domenica, Novembre 24, 2024
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Sversamento di liquami in mare: sequestrato impianto di lavorazione di inerti a San Lucido

COSENZA – La collaborazione tra la Guardia Costiera e la Polizia di Stato a tutela dell’ambiente continua senza sosta anche nell’ambito dell’alto tirreno cosentino. Negli ultimi giorni un blitz congiunto degli uomini della Guardia Costiera di Cetraro e della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di P.S. di Paola – competenti per territorio – ha permesso l’individuazione di uno scarico abusivo attraverso il quale alcuni scarti della lavorazione di inerti giungevano dai macchinari di un impianto privato fino al Torrente Deuda del Comune di San Lucido e poi infine in mare.

L’attività caratterizzata da una prima fase investigativa si è protratta per alcuni giorni allo scopo di accertare e individuare il percorso dei reflui degli scarti di lavorazione della struttura. Dopo un’attenta fase di coordinamento ed il riscontro in mare di un notevole intorbidimento delle acque marine nei pressi della foce del Torrente Deuda, è scattato l’intervento sul posto.

A seguito dell’accertamento delle modalità di esecuzione di tutte le fasi di lavorazione dell’opificio, l’azione vigile delle forze operanti ha permesso di individuare uno scarico di notevole portata nel letto del Torrente Deuda. Individuata nei pressi dei macchinari  un’inusuale fuoriuscita di acque dall’impianto dirette nel sottosuolo.

L’azione ispettiva  estesa nelle aree limitrofe ha permesso di individuare un artifizio – occultato tra la vegetazione – collegato all’impianto di lavorazione degli inerti tramite un collettamento sotterraneo.

Dai controlli è altresì emerso che la ditta fosse priva di qualsivoglia autorizzazione allo scarico in mare di acque reflue. L’attività si è conclusa con l’esecuzione di campionamento delle acque – inviati poi ai laboratori dell’Arpacal – in molteplici punti dell’impianto e del torrente Deuda allo scopo di verificare l’eventuale sussistenza di inquinamento delle non lontane acque marine.

L’impianto è stato sequestrato per mancata autorizzazione allo scarico in mare e il titolare deferito alla Procura della Repubblica di Paola.

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