Il leader del Carroccio in perenne campagna elettorale parla per slogan nelle piazze
La piazza era stracolma di curiosi e sardine che, appositamente tenute ai margini, sono riuscite nonostante la distanza e l’amplificazione ad attrarre l’attenzione del VIP, il quale non ha perso, come al suo solito, occasione per rispondere dal palco. A fare da padrone di casa un presentatore dall’accento settentrionale, ed un Salvini che ha detto ciò che tutti i calabresi conoscono da sempre senza essere propositivo. Ha esordito con la solita frase fatta trasformata in slogan ‹‹la pacchia è finita››. Certamente dobbiamo pensare che si riferisse a tutti quelli che, come lui e con lui, hanno governato questa nazione da circa il 1994 in poi e non certo a quei giovani e giovanissimi, che hanno solo la colpa di essere nati qualche decennio fa e che si sono ritrovati eredi inconsapevoli di trent’anni di cattiva gestione della pubblica amministrazione. Gli slogan del leader della Lega hanno ‘funzionato’ nel momento in cui hanno incrociato tematiche viscerali, facilmente comprensibili e condivisibili. Questioni reali ma non sintetizzabili con un hashtag. Messo però di fronte a domande ben precise Matteo Salvini non è poi così brillante. Fornire una risposta ben articolata richiede capacità di analisi e onestà, maggiori di un post su Facebook e di quattro frasi fatte in una piazza