Giuseppe Gentile, Giuseppe Graziano, Antonio Scalzo, Giuseppe Neri dovranno restituire oltre 531mila euro alla Regione Calabria
La Corte dei conti ha condannato un dirigente di Palazzo Campanella e cinque consiglieri regionali, quattro dei quali candidati oggi nelle liste del centrodestra a sostegno di Jole Santelli. Uso illegittimo dunque dei fondi destinati ai gruppi consiliari, ma anche la rinuncia ad incassare le somme da restituire al Consiglio regionale della Calabria. Giuseppe Gentile, Giuseppe Graziano, Antonio Scalzo, Giuseppe Neri dovranno restituire oltre 531mila euro alla Regione Calabria. Tutti, tranne Francesco D’Agostino, corrono per le prossime elezioni del 26 gennaio.
QUATTRO SONO CANDIDATI ALLE PROSSIME REGIONALI
Pino Gentile è candidato con la Casa delle Libertà, Giuseppe Graziano è il capolista dell’Udc che candida anche Tonino Scalzo, Giuseppe Neri è candidato con Fratelli d’Italia. Tutti quanti dovranno risarcire 63mila 732 euro ciascuno, mentre il dirigente del servizio Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale Luigi Danilo Latella è stato condannato a pagare 212mila e 400 euro. I provvedimenti che hanno dato vita al procedimento davanti alla Corte dei conti risalgono al 2015 quando i magistrati contabili avevano dichiarato irregolare la rendicontazione di cospicue somme erogate dall’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ai gruppi consiliari.
LA SENTENZA
“Con la deliberazione 28 maggio 2014 la Sezione regionale di controllo per la Calabria aveva accertato l’esistenza di irregolarità relative all’utilizzazione di fondi, di provenienza pubblica e destinati ai gruppi consiliari, per finalità private”. “Con l’ausilio operativo del convenuto Luigi Danilo Latella, dirigente dell’Ufficio Bilancio del Consiglio regionale, i componenti dell’Ufficio di presidenza avevano sostanzialmente ritenuto di estendere quanto statuito dalle Sezioni riunite anche alle posizioni dei gruppi consiliari che non avevano proposto ricorso, ovvero che lo avevano fatto in modo ritenuto irricevibile o tardivo”. Ecco perché, secondo la Corte dei conti ci sarebbe “una prima voce di danno” che, “dunque, corrisponde alla somma di euro 531.106,77”.
«NESSUN RIMBORSO PERSONALE DALLE CASSE DEL CONSIGLIO REGIONALE»
Non c’è nessuna “rimborsopoli” in salsa calabrese. Va subito chiarito – scrivono in una nota Giuseppe Graziano, Antonio Scalzo e Giuseppe Neri che non si tratta di spese sostenute dai 5 componenti dell’Ufficio di Presidenza i quali pertanto nulla hanno lucrato sulle spese dei gruppi consiliari. Si tratta, invece, di cifre attribuite – su indicazione del responsabile dell’ufficio di ragioneria del Consiglio regionale – ai Gruppi consiliari e di cui non si è fatto alcun utilizzo. La sentenza (che verrà sospesa a seguito di appello) fa riferimento all’applicazione a tutti i gruppi dei principi sanciti dalle Sezioni Riunite della stessa Corte dei Conti a proposito delle spese per il personale ritenute assolutamente regolari. Nessuno sperpero di fondi, quindi, come si è fatto intendere, ma solo uniformità di trattamento per tutti i gruppi (per come proposto dalle competenti strutture interne del Consiglio sulla scorta anche di un preciso parere legale) seguendo le chiare decisioni delle Sezioni Riunite su spese assolutamente identiche.