Cosenza si sta preparando per il ritorno a scuola, ma il problema della sicurezza degli edifici scolastici non pare essere ancora risolto e pertanto diventa sempre più urgente. Infatti, come ogni anno, prendendo spunto dai vari studi ufficiali sull’argomento, si torna a parlare delle carenze strutturali, della mancanza di certificazioni e dell’obsolescenza che mettono a rischio la sicurezza degli studenti e del personale.
Secondo il Rapporto Annuale dell’Istat del 2023, oltre il 60% delle scuole italiane non possiede le certificazioni necessarie per garantire la sicurezza. E, purtroppo, anche Cosenza non fa eccezione, anzi. La vetustà degli edifici e la mancanza di manutenzione sono solo alcune delle cause che contribuiscono a questa emergenza. Le cause sono principalmente da attribuire alla vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, alla mancanza o alla scarsa manutenzione, alla riduzione degli investimenti nelle indagini e negli interventi su soffitti, solai e tetti, e alla mancanza di tempestività. Questi dati enfatizzano l’urgenza di garantire la sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici, come del resto previsto tra gli interventi del Pnrr, mirati a proteggere la salute e il benessere dei bambini e dei ragazzi.
Diversi studi specialistici finanziati dal Ministero rivelano che nessun edificio scolastico della città è stato progettato in base alle attuali norme tecniche antisismiche e negli ultimi 5 anni sono stati realizzati solo una minima parte degli interventi di adeguamento sismico necessari. Inoltre, nessuno degli edifici scolastici cosentini è stato costruito secondo i principi della bioedilizia. È importante sottolineare che il monitoraggio del patrimonio degli edifici scolastici non è ancora stato completato e, in particolare, le valutazioni di vulnerabilità sismica, così come le indagini diagnostiche sui solai, sono state effettuate solo su una parte di essi.
Nel caso di Cosenza e dell’intera provincia, che ricade in un’area ad alta sismicità (la più elevata del paese), è necessario avere dati specifici sulla sicurezza strutturale. A tal proposito, considerando che sono trascorsi oltre 20 anni dall’avvio del monitoraggio dei livelli di sicurezza delle strutture scolastiche italiane, comprese quelle di Cosenza, è fondamentale destinare risorse economiche agli interventi strutturali che portino gli edifici ai livelli di sicurezza richiesti dalle attuali normative tecniche.
Non avere dati aggiornati sullo stato delle scuole, come evidenziato dagli Open Data del Ministero dell’Istruzione e del Merito ancora fermi all’anno scolastico precedente, è inaccettabile, così come lo è la mancanza di aggiornamenti tempestivi sullo stato di avanzamento degli interventi del PNRR per gli edifici scolastici e i servizi 0-6.
Il Piano Nazionale di Riprese e Resilienza, nella missione 4, prevede ingenti risorse da destinare alla costruzione di nuovi edifici scolastici o alla ristrutturazione di quelli esistenti per adeguarli alle esigenze di sicurezza. Non è accettabile continuare ad assistere ad interventi di maquillage effimero, che si limitano alla pulizia delle facciate e al rifacimento dei servizi igienici, o al massimo all’isolamento termico e al cambio degli infissi, senza prima affrontare i problemi legati alle carenze strutturali delle scuole. Questo approccio, troppo frequentemente utilizzato di recente, è ingannevole e non ha senso, non solo perché non garantisce la sicurezza ma anche perché si spendono risorse in modo inutile.
In effetti, per sensibilizzare chi risponde della sicurezza e delle vite dei cittadini, sarebbe sufficiente che i dati reali sugli edifici siano messi a conoscenza degli utenti, scolari, docenti e dirigenti, scuola per scuola, così da rendere chiaro che i risultati degli studi sulla vulnerabilità sismica non servono tanto per creare letteratura scientifica, piuttosto per programmare gli interventi correttivi delle strutture portanti degli edifici con urgenza, mettendo in prima fila opere di adeguamento sismico e in seconda opere di maquillage.