lunedì, Settembre 16, 2024
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Operazione Maestrale-Carthago, Gratteri: “A Maria Chindamo non è stata perdonata la sua libertà”

“Ci sono diversi aspetti sull’omicidio di Maria Chindamo. Non le è stata perdonata la sua libertà, la gestione dei terreni avuti in eredità e su cui c’erano gli appetiti di una famiglia di ‘ndrangheta e il suo nuovo amore”.

A dirlo è il Procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, che stamattina insieme al colonnello Paolo Vincenzoni, della sezione crimini violenti del Ros e al colonnello Luca Toti, comandante provincia di Vibo Valentia, ha illustrato i dettagli dell’operazione “Maestrale-Carthago” che ha portato all’esecuzione di 84 misure cautelari.

“Tutto questo perché Maria Chindamo dopo il suicidio del marito avvenuto l’anno precedente alla sua scomparsa a maggio 2016, ha pensato di diventare imprenditrice, di curare gli interessi della terra e dei suoi figli e si è pure iscritta all’università” – ha aggiunto Gratteri .

“Questa sua libertà, questa voglia di essere indipendente, di essere donna non le è stata perdonata e tre giorni dopo che aveva postato sui social la foto con il suo nuovo compagno è sparita. La sua uccisione è stata straziante. Oltre ad essere data in pasto ai maiali, i suoi resti sono stati triturati con un trattore cingolato. Questo dà il senso e la misura della rabbia, della brutalità e del risentimento che chi ha ordinato l’omicidio aveva nei suoi confronti. Lei non si poteva permettere il lusso di rifarsi una vita, di gestire in modo imprenditoriale quel terreno e di poter curare e fare crescere i figli in modo libero e uscendo dalla mentalità mafiosa”.

“La famiglia di Maria Chindamo è stata sempre dalla parte della legalità senza se e senza ma, non ha mai tentennato sulla voglia di capire e di avere giustizia. E noi abbiamo apprezzato questo nel corso degli anni.

Dal 2016 abbiamo avuto al nostro fianco gli specialisti del Ros crimini violenti che hanno sviscerato ogni aspetto della vicenda attraverso riscontri con strumenti tecnologici e con i riscontri dei collaboratori di giustizia.

In questa indagine, oltre alle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali ci sono le testimonianze di 18 collaboratori di giustizia che, anche sull’omicidio Chindamo, hanno fatto dichiarazioni univoche e concordanti e che ci hanno detto cose inedite che loro non potevano sapere ma che già il Ros crimini violenti aveva già incamerato come indizi e come elementi di prova”- ha concluso Gratteri.

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