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Gli studenti dell’IIS Pizzini-Pisani difendono la loro appartenenza al Liceo Economico Sociale

Come studenti dell’Istituto Pizzini-Pisani di Paola, e in particolare del LES (Liceo delle Scienze Umane indirizzo economico-sociale), sentiamo il diritto e il dovere di precisare quanto letto sulla stampa locale in merito al nostro indirizzo di studi.

È stato infatti dichiarato recentemente, in merito alla polemica sul dimensionamento scolastico, che il nostro Istituto sarebbe “stranamente ubicato all’interno di un istituto tecnico”. Questa dichiarazione, oltre ad ammantare la nostra storia con un’ombra negativa, non risponde alla realtà delle cose, e in quanto cuore pulsante di questo indirizzo, ci teniamo a dire la nostra.

Anzitutto, il LES è un liceo a vocazione economico-sociale, e va a integrarsi in modo perfetto – e trasversalmente – all’indirizzo Professionale per i Servizi Commerciali e all’indirizzo Tecnico Economico Amministrazione Finanza e Marketing. Così composto, questo trittico di indirizzi va a formare un Polo Economico unitario e a nostro avviso perfetto per ogni tipologia di orientamento occupazionale. Un polo che completa una vocazione che il nostro istituto ha da sempre, contribuendo, sul territorio, a formare intere generazioni di dottori commercialisti e professionisti del settore. Davvero non comprendiamo in qualche scuola avrebbe dovuto aggiungersi, in questa logica, il nostro LES.

Un indirizzo, peraltro, fortemente voluto già a suo tempo – era il 2018 – dagli organi della scuola, dalle famiglie, dal territorio e non ultimo da noi studenti, che rivendichiamo con forza quest’appartenenza. Non è un caso che dalla sua fondazione il LES abbia avuto una crescita progressiva di iscritti, a sottolineare ancora una volta la contemporaneità e la necessità di questa fusione didattica all’interno della nostra scuola.

Pertanto, ci sentiamo di fare un plauso alla decisione della Provincia, che non ha inteso smembrare un’unità costruita nel tempo e con sacrificio, e benvoluta da noi e dalle nostre famiglie. Sarebbe stato, dati alla mano, l’unico caso in Italia. In quel caso sì, avremmo potuto affermare: “stranamente”.

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