giovedì, Settembre 19, 2024
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Cosenza, il saluto del Procuratore Mario Spagnuolo – VIDEO

Mario Spagnuolo lascia il ruolo di procuratore capo di Cosenza e si ritira per godersi la pensione. È trascorso un quarantennio. Di impegno nella lotta contro la criminalità organizzata e la mala gestione nella pubblica amministrazione.

La cerimonia ufficiale di commiato si è svolta questa mattina nella biblioteca civica “Arnoni” del tribunale bruzio, alla presenza di numerose autorità civili, istituzionali e religiose. Hanno preso la parola rappresentanti dell’avvocatura e della magistratura calabrese, tra cui i procuratori di Catanzaro Vincenzo Capomolla, di Vibo Valentia, Camillo Falvo e di Locri Giuseppe Casciaro, oltre al magistrato Beniamino Calabrese dell’Avvocatura generale dello Stato, il presidente uscente del tribunale di Cosenza Maria Luisa Mingrone e il nuovo procuratore facente funzioni di Cosenza, Antonio D’Alessio, attuale procuratore aggiunto.

All’evento erano presenti anche il presidente del tribunale di Castrovillari Massimo Lento, l’ex procuratore capo di Cosenza Dario Granieri, la presidente della Corte D’Assise di Cosenza Paola Lucente, i giudici togati Urania Granata, Francesca De Vuono, Francesco Luigi Branda, e il presidente della sezione gip/gup Piero Santese.

Tra gli altri anche l’arcivescovo di Cosenza Giovanni Checchinato, il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella e il sindaco di Cosenza Franz Caruso, insieme ai rappresentanti delle forze dell’ordine e agli avvocati del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza.

«Tutto ha il suo momento e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quello che si è piantato, adesso per me è il tempo di andare».

Con questo passo della Bibbia, il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, inizia il suo discorso di saluto non dopo aver ringraziato tutte le autorità presenti nel giorno del suo addio alla toga, per il raggiungimento della pensione.

«È tempo di lasciare la fortezza Bastiani, dove per più di quarant’anni ho aspettato invano l’arrivo dei barbari» – dice. «Ad altri il compito di aspettarli».

«È tempo di addii, consapevole come sono che è l’addio il fondamento ontologico del tempo umano, di ogni tempo… Mi porto appresso ricordi, pensieri, emozioni, paure, gioie e tanti volti. Il volto di un ragazzo appena quattordicenne, che piange disperato sulla bara di suo padre e gli giura che, come lui, sarà un fedele servitore dello Stato ».

«Il volto di un avvocato, di un grande avvocato, Giuseppe Carratelli, che mi accolse appena ventenne e mi fece capire la missione dell’avvocatura, quella di essere l’ultimo baluardo, l’ultima difesa del cittadino davanti alla forza bruta del potere e tutto ciò nella dialettica si traduce in collaborazione e condivisione tra avvocatura e magistratura. Ho fatto sempre tesoro di quell’insegnamento».

Il procuratore ha ricordato proprio tutti: dal presidente del tribunale Nicola De Marco al presidente di Collegio Fausto Mastroianni, dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi fino al procuratore della Repubblica di Cosenza, Alfredo Serafini.

«È ora di andare. Il tempo, lentamente ma inesorabilmente, con la sua cenere finirà per coprire tutto questo, ma io accomiatandomi, voglio confidarvi un segreto: ne è valsa la pena» – ha concluso il suo discorso Mario Spagnuolo.

 

 

 

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