I rossoblù, in dieci per oltre un tempo, ottengono un pari in Veneto
I Lupi tornano a muovere la classifica uscendo imbattuti dal Tombolato al termine di una prestazione dai due volti: tanta sofferenza e affanno nel primo tempo, maggiore dinamismo e convinzione nella seconda frazione – nonostante l’inferiorità numerica. Le premesse per una partita difficile – in effetti – c’erano tutte visto che anche il Cittadella era reduce da un filotto di risultati decisamente negativo, al punto di arrivare all’esonero del tecnico Gorini – cosa più unica che rara nella storia della squadra granata.
Con questi presupposti era inevitabile che venisse fuori un incontro in cui la tecnica ha fatalmente lasciato il passo all’agonismo, complice anche il terreno di gioco pesantissimo per la pioggia caduta copiosamente prima e durante il match. Le squadre hanno battagliato soprattutto nella zona mediana del campo, con inevitabile spezzettamento e discontinuità nel gioco e con le poche occasioni generate da errori difensivi o da calci piazzati.
Alla fine il pareggio è il risultato più giusto – sebbene ad inizio partita i padroni di casa abbiamo sprecato due chance veramente ghiotte – e, malgrado il punto non abbia un immediato impatto positivo sulla classifica delle due squadre, lo zero a zero maturato in Veneto potrebbe rappresentare per entrambe un nuovo inizio, soprattutto nell’ottica di ritrovare fiducia nei rispettivi progetti tecnici.
UNDICI DI PARTENZA
Dal Canto – per la sua prima assoluta sulla panchina del Citta – impone immediatamente un nuovo schieramento tattico – passando dal 3-5-2 al 4-3-1-2 – cambiando però solo due interpreti rispetto alla scoppola patita contro il Sassuolo: Kastrati e Rabbi prendono il posto di Maniero e Ravasio. Alvini conferma il 3-4-1-2 effettuando ben cinque variazioni rispetto all’ultimo match prima della sosta con Camporese, Ricciardi, Kourfalidis, D’Orazio e Strizzolo che si accomodano in panchina per lasciare spazio a Hristov, Ciervo, Ricci, Kouan e Mazzocchi.
PRIMO TEMPO: DUE CLAMOROSE OCCASIONI PER IL CITTADELLA, ROSSO DIRETTO ECCESSIVO PER VENTURI
I padroni di casa iniziano l’incontro in maniera veemente e già al 4’ – sugli sviluppi di un corner – Micai deve sporcarsi i guanti per bloccare a terra un tiro da fuori di Carissoni. All’8’, su un cross dalla destra non irresistibile, Venturi interviene in maniera maldestra servendo involontariamente Desogus che – nel pieno dell’area di rigore – ciabatta clamorosamente con il sinistro, appoggiando in pratica il pallone all’estremo difensore dei Lupi. I centrali rossoblù accompagnano – come di consueto – il pressing alto della squadra ma, in questo modo, si espongono a rischi non indifferenti in fase di palleggio e controllo.
Proprio da una situazione di questo tipo nasce l’opportunità più grossa per i padroni di casa: è l’11’ quando Hristov pasticcia sulla trequarti difensiva in fase di controllo, Rabbi gli strappa il pallone dai piedi e serve Vita che si invia solitario verso Micai e conclude incredibilmente a lato con il portiere rossoblù praticamente già fuori causa.
Gli ospiti faticano a costruire gioco, per il campo pesante e per la maggiore aggressività dei veneti che si affacciano nuovamente dalla parti di Micai al 17’: il tiro da fuori area di Vita accelera improvvisamente per via del terreno bagnato e il portiere dei Lupi preferisce non rischiare la presa deviando il pallone sul fondo, per un corner senza esito. Finalmente al 20’ si vedono in avanti rossoblù: Ricci va via a Desogus che lo mette giù – venendo ammonito – prima che il terzino calabrese possa entrare in area; sulla punizione conseguente lo stesso Ricci tocca per Fumagalli che – con un destro potente ma piuttosto centrale – costringe Kastrati a deviare sopra la traversa.
Sul corner – al 21’ – la palla arriva a Mazzocchi che tira prontamente ma si vede respingere la conclusione da un colpo di testa di un difensore di casa che anticipa anche il proprio portiere. La spinta iniziale dei granata sembra essersi esaurita con gli ospiti che hanno conquistato campo e i calciatori delle due squadre che combattono in mezzo al campo senza riuscire a dare continuità alle rispettive trame di gioco. Proprio da una mischia – dopo qualche rimpallo – esce vincente Rabbi che cerca di ripartire ma Venturi lo stende da dietro con un evidente fallo tattico appena oltre la linea di centrocampo.
L’intervento del centrale rossoblù è ingenuo – Rabbi aveva diversi giocatori del Cosenza fra lui e la porta – ma decisamente non violento né particolarmente cattivo. Il signor Pezzuto non è però dello stesso avviso ed estrae il cartellino rosso, mandando Venturi sotto la doccia al 37’. Considerato il tempo trascorso prima di riprendere il gioco, in sala VAR procedono sicuramente ad un check ma l’arbitro non viene neanche richiamato al monitor, probabilmente perché lo stesso direttore di gara avrà insistito sull’eccessiva intensità messa – a suo parere – da Venturi nel contrasto.
Alvini ridisegna immediatamente i suoi con un 4-3-2, arretrando Ciervo e Ricci sulla linea difensiva mentre nei minuti finali del tempo – compresi i due di recupero concessi – non accade nulla di rilevante.
SECONDO TEMPO: IL COSENZA TIENE BENE IN DIECI SPRECANDO IN RIPARTENZA
L’inferiorità numerica compatta il Cosenza che gioca con più concentrazione, riuscendo a limitare efficacemente le manovre dei padroni di casa e peccando in rifinitura in alcuni contropiede che – gestiti con maggiore attenzione –avrebbero potuto consentire agli uomini di Alvini di passare in vantaggio. Al 52’ Salvi interviene in ritardo e duramente – ben più di quanto fatto da Venturi in occasione dell’espulsione – su Florenzi ma l’arbitro si limita a mostrargli il cartellino giallo, senza che il VAR ritenga opportuno intervenire.
Al 56’ Desogus conclude in diagonale rasoterra verso la porta e Micai non azzarda la presa deviando il pallone in calcio d’angolo. Alvini decide di cambiare i due attaccanti e sostituisce gli esausti – e poco efficaci – Mazzocchi e Fumagalli con Strizzolo e Sankoh. Al 62’, su angolo battuto da Florenzi, Strizzolo prolunga per Hristov che conclude di testa ma non riesce a dare forza, consentendo a Kastrati un intervento agevole.
Al 67’ Florenzi – autore di un ottimo secondo tempo – va via in dribbling a due avversari ed entra in area dove un difensore lo trascina a terra: sembrerebbero esserci gli estremi per la concessione di un calcio di rigore ma Pezzuto è di altro avviso e il VAR non segnala nulla. Al 70’ Charlys riceve palla appena fuori dall’area ma affretta troppo la conclusione e mette a lato, alla destra dell’estremo difensore granata. Al 72’ Sankoh riceve palla in prossimità della lunetta dell’area di rigore, perde l’attimo per tirare e serve l’accorrente Ricciardi la cui conclusione viene respinta da un difensore.
Al 77’ Strizzolo vince un contrasto a sinistra sulla trequarti, si accentra e serve Kourfalidis che – pur avendo lo spazio per indirizzare verso la porta – allarga per Ricciardi, contrato all’ultimo istante. All’83’ si rivede il Cittadella con Tessiore che – dalla fascia sinistra – si accentra e lascia partire un tiro a giro che termina di poco a lato.
Il Cosenza – dopo aver condotto il gioco e tenuto palla con un uomo in meno per quasi tutta la seconda frazione – accusa un po’ di stanchezza e il Cittadella tenta il tutto per tutto nel finale con l’innesto di forze fresche, non riuscendo ad andare oltre qualche mischia fino all’ultimo dei quattro minuti di recupero concessi.
Al 94’, sugli sviluppi di un corner, Vita riceve e crossa dalla destra: la palla arriva dal lato opposto a Cassano che colpisce di piatto a colpo sicuro ma Micai respinge da terra con un intervento prodigioso che finisce sulla testa di Pavan, il più rapido a intervenire sulla ribattuta e ad insaccare in rete. La beffa sembra inevitabile per i Lupi ma il VAR – dopo interminabili minuti di attesa – sancisce la posizione di fuorigioco del difensore di casa e il gol viene annullato. Giusto il tempo di riprendere il gioco e l’arbitro decreta la fine delle ostilità.
IL FATTORE ALVINI, SUSSURRI E GRIDA
Il brutto inizio di partita dei Lupi sembrava la prosecuzione della prestazione negativa contro il Sudtirol: i ragazzi di Alvini sembravano infatti incontrare le stesse difficoltà nel trovare spazi e continuità di gioco che avevano evidenziato nell’ultimo incontro casalingo. Questa volta, però, gli errori difensivi – pericolosamente ricorrenti – che al Marulla avevano favorito il vantaggio degli avversari non sono stati sfruttati dal Cittadella e il Cosenza ha avuto modo di risalire – seppur lentamente e faticosamente – il campo, iniziando perlomeno a battagliare in mezzo al campo.
L’espulsione di Venturi – già descritta insieme alle perplessità per le valutazioni arbitrali in quel frangente – poteva affossare la squadra ed invece ha finito per essere un punto di svolta positivo, contribuendo a compattare i giocatori e accelerando quella reazione che si stava già iniziando a manifestare da qualche minuto. È evidente che – prima dell’incontro – nell’affrontare un Cittadella in crisi si covasse la speranza di portare via dal Veneto l’intera posta in palio ma, per come poi si è sviluppato il match, per la reazione all’inferiorità numerica e per il carattere dimostrato una volta di più dai rossoblù, il pareggio ottenuto non è da disprezzare.
D’altra parte sarebbe ingenuo e autolesionistico illudersi che il “paziente” sia guarito visto che in alcune situazioni ricorrenti – le amnesie difensive e la poca concretezza sotto porta – si continuano ed evidenziare tutti i limiti della rosa messa a disposizione del tecnico: fino a quando il “Fattore Alvini” – la grinta del mister toscano, il suo lavoro e quello del suo staff – potrà sopperire alla carenze tecniche, fisiche, di qualità e di esperienza del gruppo?
Fino a quando il mister riuscirà a schermare i suoi uomini dalle vicende extra-campo visto che – nella totale assenza di comunicazione con l’ambiente da parte della società – i sussurri sempre più diffusi sui problemi societari – organizzativi, economici e finanziari – stanno diventando vere e proprie grida, incontrollate e incontrollabili?
Riguardo al Cittadella, è decisamente troppo presto per valutare se il cambio di guida tecnica consentirà alla squadra veneta l’ennesima stagione in linea con le consuete capacità organizzative o se – per la prima volta – il “modello Cittadella” potrà iniziare a mostrare delle crepe. Riguardo all’arbitraggio – come detto in precedenza – il signor Pezzuto non ha mostrato uniformità di giudizio nella valutazione dei falli, liquidando inoltre forse troppo rapidamente il contatto sospetto subito da Florenzi in area avversaria.
CITTADELLA (4-3-1-2): Kastrati; Carissoni, Pavan, Angeli, Masciangelo (46′ st Salvi); Casolari (46′ st Pandolfi), Amatucci, Branca (80′ st Tessiore); Vita; Desogus (66′ st Cassano), Rabbi (80′ st Ravasio).
A disposizione: Maniero, Mangrassi, D’Alessio, Voltan, Rizza, Piccinini, Cecchetto.
Allenatore: Dal Canto
COSENZA (3-4-1-2): Micai; Venturi, Hristov, Caporale; Ciervo (46’ Ricciardi), Charlys, Florenzi, Ricci (90′ Camporese); Kouan (74′ Kourfalidis); Fumagalli (61’ Strizzolo), Mazzocchi (61′ Sankoh).
A disposizione: Vettorel, Dalle Mura, Cimino, D’Orazio, Rizzo Pinna, Zilli, Begheldo.
Allenatore: Alvini
ARBITRO: Pezzuto di Lecce.
ASSISTENTI: Laudato di Taranto e Niedda di Ozieri.
IV UFFICIALE DI GARA: Gianquinto di Parma.
VAR: Miele di Nola.
ASSISTENTE VAR: Di Vuolo di Castellamare di Stabia.
NOTE: Spettatori: 3.067 di cui 457 ospiti. Ammoniti: Ciervo (Co), Desogus (Ci), Masciangelo (Ci), Casolari (Ci), Salvi (Ci), Florenzi (Co). Espulso: Venturi (Co). Angoli: 9-5. Recupero: 2′ pt, 4′ st. Possesso Palla: Cittadella 61 %; Cosenza 39 %