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Catanzaro, cellulari e droga nel carcere, arrestati agenti penitenziari e funzionari

Catanzaro, cellulari e droga nel carcere, arrestati agenti penitenziari e funzionari

L’indagine congiunta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Polizia Penitenziaria ha portato all’esecuzione di 38 misure cautelari, di cui 26 arresti.

“Questa indagine si è concentrata sull’acquisizione di elementi probatori all’interno dell’istituto penitenziario, ed è emerso un quadro assai inquietante” – ha sottolineato in conferenza stampa il procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla. “Abbiamo scoperto l’ingresso di cellulari e droga all’interno del penitenziario” – ha aggiunto.

Durante le indagini sono emersi elementi indiziari che hanno permesso di individuare due presunti sodalizi criminali operanti all’interno del carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro. Uno dedito allo spaccio di stupefacenti all’interno del carcere, mentre l’altro si occupava prevalentemente dell’introduzione, utilizzo e vendita di cellulari e sim card.

Sono coinvolte anche persone detenute, i loro familiari, un membro della Polizia Penitenziaria e finanche un avvocato.

Diverse omissioni

Durante le indagini preliminari è emerso che il Direttore dell’amministrazione penitenziaria e un funzionario della Polizia Penitenziaria hanno compiuto azioni omissive e commissive per ottenere il favore dei detenuti al fine di evitare problemi di gestione dell’istituto penitenziario e pregiudizi di carriera.
Inoltre, è stato rilevato che un altro membro della Polizia Penitenziaria ha ricevuto compensi da familiari di detenuti legati a famiglie e clan della criminalità organizzata siciliana e campana. Questi compensi erano in cambio dell’introduzione di pacchi contenenti oggetti vietati all’interno del carcere.

Riscontrate anche condotte illecite da parte di altri agenti di polizia penitenziaria, che riguardano i controlli sui pacchi in ingresso nel carcere e l’appropriazione di derrate alimentari.

Durante le operazioni, sono state sequestrate carte prepagate che sarebbero state utilizzate da alcuni indagati per ricevere il denaro proveniente dalla vendita o dalla cessione in uso dei cellulari all’interno del carcere. È stato anche eseguito il sequestro di una rivendita di tabacchi e di un negozio di telefonia gestiti da un imprenditore cosentino, che si ritiene faccia parte di un’associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte dei detenuti.
Attualmente, il procedimento per le accuse ipotizzate è nella fase delle indagini preliminari.

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