Castrovillari, Comitato per la sanità pubblica: figli e figliastri per i vaccini?
Il 20 gennaio sul sito della fondazione GIMBE, il Gruppo Italiano sulla Medicina Basata sulle Evidenze, è stato pubblicato un grafico in cui si evidenzia che un numero non precisato, ma abbastanza significativo di personale “non strettamente coinvolto nelle attività sanitarie”, è stato sottoposto a vaccinazione col vaccino Pfitzer, a dispetto di quanto previsto dal piano nazionale, che indicava nel personale strettamente impegnato in attività cliniche la prima fascia di persone da vaccinare (sarebbe opportuno appurare se che casi di questo genere si siano verificati anche Castrovillari). Lo scrive in una nota il Comitato per la difesa e la promozione della sanità pubblica del Pollino.
Ciò, mentre contemporaneamente scoppiava in Calabria lo scandalo, ancora tutto da verificare, che portava alla sospensione dal servizio di un dirigente sanitario che avrebbe fatto vaccinare, a detta della stampa “impropriamente”, persone a lui vicine.
A ciò si è aggiunto il problema della riduzione delle dosi di vaccino che saranno consegnate da parte della ditta produttrice. Anche l’altra multinazionale, Astra Zeneca, ha annunciato che il primo quantitativo di dosi del “suo” vaccino sarà inferiore a quello programmato come prima consegna.
Si rischia, dunque, che non tutte le persone a cui è già stata somministrata la prima dose di vaccino riescano a ricevere la seconda dose, indispensabile per rendere efficace la vaccinazione. Oltre al personale sanitario, nella prima fase di vaccinazione sono state incluse alcune associazioni di volontariato che operano nel settore sanitario. Alcune, ma non tutte. Sono state infatti segnalate “dimenticanze”. È evidente che questa prima fase sta mostrando pericolose falle che destano grave preoccupazione.
Il nostro Comitato, continuando nella sua opera di controllo e denuncia di situazioni che mettono a rischio il corretto rispetto delle regole e la tutela del diritto alla salute, chiede fermamente che gli organismi competenti si attivino per una più vigile attenzione rispetto a tali problematiche e che già da subito si inizi una “campagna trasparenza” che renda accessibili a tutta la popolazione i dati ufficiali e aggiornati sulle procedure seguite nella distribuzione dei vaccini.