«La cacciata costruita a tavolino di Maria Pia Funaro dalla carica di vice sindaco e assessore da parte del sindaco Caruso è assai grottesca, così come è grottesca la motivazione addotta o sommariamente suggerita da qualcuno: “l’impegno di Funaro non è coerente con il nostro programma”. E così, con una mail senza neanche un confronto, come dovrebbe invece avvenire in un paese civile e democratico, Caruso (o chi per lui) ha fatto fuori la Funaro». Lo scrivono in una nota il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, Francesco Spadafora, Ivana Lucanto e Giuseppe d’Ippolito.
«È evidente la crisi della politica, in particolare del PD, che pensa forse di misurare i rapporti di forza e vivere di potere. Difatti il sindaco probabilmente non ha gradito la libertà di pensiero e d’azione che ha contraddistinto in questi mesi l’ex vice sindaco. Così come non ha tenuto conto del consenso popolare che la stessa ha ricevuto alle ultime elezioni amministrative. Anche il Partito Democratico non ha tutelato la sua figura di punta in seno alla giunta comunale. Probabilmente l’agire politico della Funaro non collimava con gli schemi del partito, che ad oggi è ancorato a vecchie logiche che frenano la crescita economica e culturale della nostra terra.
Ma c’è di più. Maria Pia Funaro ha avuto il coraggio di dire no e denunciare alcuni fatti importanti, come quello inerente all’imminente bilancio preventivo, che dovrà essere approvato dal consiglio nei prossimi giorni» – aggiungono i consiglieri.
«La Funaro, così come ha ampiamente dichiarato, non si è presentata in giunta perché il documento non sembrerebbe essere stato discusso e condiviso con nessuno della giunta. Questo è un fatto assai grave che preoccupa anche i consiglieri comunali che hanno l’onere e l’onore di assumersi la responsabilità su una pratica che avrà ricadute sulla città. A nostro avviso – concludono Spadafora, Lucanto e D’Ippolito – è inspiegabile che un documento così importante e delicato non sia stato approfondito da tutti i componenti dell’organo esecutivo. Siamo enormemente preoccupati che a decidere le sorti della città siano solo tre figure politiche nel chiuso di una stanza. Confidiamo nei pochi consiglieri comunali di maggioranza affinché possano fare emergere, oltre al loro malessere, sempre più diffuso e tangibile, il coraggio di contrapporsi ad un’azione amministrativa fallimentare e improduttiva per la città».