“Per troppo tempo alcuni politici di destra e di sinistra hanno ignorato i gravi problemi esistenti in Calabria e, pur conoscendoli, hanno ritenuto più opportuno ed utile non affrontarli con decisione preferendo gestire il presente e rinviando al futuro una possibile risoluzione definitiva”. Lo scrive in una nota Francesco Intrieri, componente segreteria nazionale IDM
“Ogni decisione radicale, infatti, comporta delle scelte che spesso toccano interessi più o meno grandi. Ed è così che di rinvio in rinvio la nostra amata terra ha perso opportunità ed è retrocessa, lentamente ma inesorabilmente, tra le zone d’ Europa meno sviluppate.
Le opportunità per i calabresi si sono ridotte ed i nostri figli continuano a partire ogni giorno verso altre zone del mondo emigrando al pari dei nostri nonni. Il calo demografico è inevitabile ed i residenti sono sempre più vecchi con i nostri paesi che si svuotano senza neanche poter garantire i servizi essenziali” – aggiunge.
“Tra i tanti problemi esistenti, fino a pochi giorni addietro, anche la gestione degli 11 consorzi di bonifica calabresi che con il loro operato avrebbero dovuto garantire, prevalentemente al settore agricolo, supporto e sviluppo. Purtroppo, nel tempo, cosi non è stato e che i consorzi di bonifica calabresi funzionassero poco e male era noto a tutti.
Intervenire con coraggio su una loro riorganizzazione non era semplice e, diciamolo chiaramente, richiedeva coraggio e determinazione. Troppo “potenti” i consorzi in termini di bacino elettorale per molti politici, di tutti gli schieramenti, che avevano come preoccupazione principale accaparrarsi le simpatie dei loro presidenti per poi ottenere il conseguente riconoscimento”.
“Questa miope gestione – continua Intrieri – ha favorito la crescita del potere di alcuni presidenti dei consorzi che hanno caratterizzato la gestione del loro ente mantenimento esclusivamente la loro leadership personale. Presidenti totalmente scollegati dagli interessi che i consorzi medesimi dovevano rappresentare ma fortemente collegati ai politici di riferimento.
In un contesto di questa natura va dato atto al presidente della Regione Calabria di aver avuto il coraggio di non girarsi dall’altra parte, come per troppi anni si era fatto, pretendendo con forza una importante ed intelligente riforma del sistema consortile calabrese.
Orbene, si dovrà ora procedere senza indugi per realizzare e porre in essere, nel più breve tempo possibile, i contenuti della riforma. Le proteste di una parte politica, che sempre più perde il contatto con i problemi reali e dei presidenti (ora finalmente ex) dei consorzi, era scontata. Anche all’interno della maggioranza regionale ci sono state delle tensioni fino a far minacciare il ricorso alla fiducia da parte del presidente Occhiuto.
Oggi la riforma è stata realizzata e si aprono concrete e positive aspettative nei consorziati che , in molte zone della Calabria, aspettano servizi adeguati sia dal punto di vista funzionale che economico. Infatti, la mancata revisione dei servizi offerti e nonostante ciò degli elevati costi richiesti, ha determinato una morosità importante che, nei fatti, è diventata insuperabile.
La responsabilità dovrebbe essere ricondotta ai presidenti di questi consorzi che invece di esporre con chiarezza i problemi e cercare soluzioni, hanno sempre cercato di tirare a campare preoccupati esclusivamente di mantenere il loro potere, protetti da quei politici ai quali garantivano un consenso elettorale importante. Analoga protezione i consorzi hanno chiesto e ricevuto da parte di banche compiacenti che con i loro finanziamenti, fino a quando è stato possibile, hanno anticipato crediti difficilmente esigibili spesso legati al ruolo delle acque.
Con questo stratagemma, complice una parte della politica ed alcune banche protette dalla banca d’ Italia la cui vigilanza lascia sempre più perplessi, i presidenti di questi consorzi si garantivano una liquidità per gestire il corrente ma incapaci di garantire una programmazione organica e funzionale. Infatti, negli anni i debiti verso i fornitori e verso altri soggetti sono diventati enormi trascinando nel baratro chi aveva avuto l’ardire di concedere loro credito. A nulla sono valsi le Centinaia di pignoramenti che gli sconsolati creditori promuovevano in danno dei consorzi.
Mi chiedo se sia questa la Calabria che vogliamo. La risposta appare scontata e non può essere trovata all’interno di un recinto ideologico che divide le cose giuste da quelle sbagliate solo in virtù della parte politica che le realizza. La risposta è nella valenza degli obiettivi e nella valutazione dei risultati finali.
Cosa avrebbe dovuto fare il presidente Occhiuto, girarsi dall’altra parte come per troppi anni si era fatto? Ci voleva tanto coraggio. Un coraggio che deve continuare per fare ancora tante cose necessarie per la Calabria. Un plauso, anche, alla politica della tolleranza zero per riportare il nostro mare a come era un tempo.
Intanto, con i consorzi si è chiusa una pessima gestione ed i calabresi onesti, che sono quasi tutti, lo hanno ben capito.
In tale perverso sistema gli unici a non essere garantiti, oltre che ai fornitori e ai consorziati, erano i lavoratori che con sempre maggiore ritardo percepivano le loro spettanze. Eppure nelle manifestazioni pubbliche di protesta dei lavoratori dei consorzi, che spesso abbiamo visto salire sui tetti oppure incatenarsi per rivendicare legittimamente le loro spettanze, abbiamo spesso notato alcuni di quei politici conniventi aprire i cortei. Politici che protestano contro un sistema che con i loro comportamenti favorivano e spesso continuano a favorire anche in altri ambiti.
Sono questi i peggiori nemici del sud, ascari ben individuati.
Allora un grazie doveroso va al Presidente Occhiuto per il coraggio e la determinazione. La Calabria ha bisogno del coraggio della politica. La Calabria deve rinascere. I calabresi non possono più assistere a questo genocidio dove i migliori figli fuggono via e dove chi resta cerca solo di sopravvivere.
Noi di Italia del Meridione non amiamo la politica degli slogan. Apprezziamo la politica che affronta e risolve i problemi. Questo è il nuovo modo, ma parimenti vecchio come il mondo, di valutare chi le cose le fa e chi, invece, le cose le teorizza. Presidente Occhiuto non esiteremo a rappresentarle le cose che, a nostro avviso non vanno e la elogeremo per le cose che farà.
Vada avanti Presidente cambiamo la terra che amiamo. Non sarà facile ma il coraggio non le manca” – la chiosa.