venerdì, Novembre 29, 2024
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Cosenza, ora conterà la testa

Otto finali. Da vincere. Con la testa, più che, con la tattica, la tecnica e i moduli.

Otto finali. Da vincere. Per dimostrare al campionato, agli scettici, agli “occasionali”, ai, come si dice qui a Cosenza, “tagliaturi”, agli scontenti e, a chi più ne ha, più ne metta, che, il Cosenza è vivo. E, la sua classifica, non rispecchia, il valore tecnico e il tasso tattico della sua squadra. Otto finali. Da vincere. Senza se e senza ma.

Da lunedì 1 aprile, al “Marulla”, arriva il Brescia, la squadra rossoblù, deve dimostrare di volere la vittoria. Deve dimostrare, di credere in se stesso e deve, anche, dimostrare a se stesso che, può fare molto, molto di più, di quanto fatto finora. L’esonero di Fabio Caserta e il concomitante ritorno di William Viali, purtroppo, non ha dato la svolta sperata. A Terni, gara che valeva molto di più dei tre punti in palio, è andata male.

Il Cosenza, più che “punito” da un’invenzione di Ferreiro, è stato “tradito” da chi è sceso in campo nel primo tempo e, colpevolmente, “sparito” nella ripresa, lasciando alle “Fere”, non solo il possesso del gioco ma, anche la gestione della partita. Chiamiamolo, incidente di percorso. L’ennesimo, di una stagione che, al di là dei numeri, dei 34 punti in classifica, dei dodici centri di Tutino, dei tanti “legni” collezionati dal n 9 e dai suoi compagni di squadra, dalle sviste arbitrali, dalle amnesie difensive, dai blackout collettivi, ha detto una sacrosanta e inappellabile verità: fragilità caratteriale.

Che, in un campionato, lungo, complicato e imprevedibile, “pesa”. E, anche parecchio. Il Cosenza, ci ha abituati a viaggiare a corrente alternata, ad alti e bassi e ad eccezionali e straordinari “acuti”: tipo il 4-2 al “Marulla”, sotto l’acquazzone contro il Venezia; la “maiuscola” prestazione di Parma, solo per citare gli ultimi.

Salvo, poi, “sbriciolarsi” nel giorno dei 110 anni, contro la Samp o, peggio ancora, nel derby casalingo contro il Catanzaro. Ora, prendersela con Caserta, non ha, più, alcun senso. Così come, è controproducente, gettare la croce addosso a Viali, dopo aver preso la squadra, tre giorni prima della partita in Umbria. E’ anche senza senso, scaricare la responsabilità del mancato gol su Crespi. Che, è bene ricordarci, ha solo 19 anni ed è alla prima esperienza in B.

Certo, restano alcuni “misteri”. Due su tutti: Francesco Forte, arrivato da Ascoli con un pesantissimo soprannome lo “Squalo” che, eccetto i due (gli unici realizzati finora, ndc) gol contro il Lecco e qualche “spizzata” di testa a favore di Tutino e soci, sta dimostrando che, più che uno “squalo”, sembra un pesce fuor d’acqua.

E Luigi Canotto, professione attaccante, che, pur volendogli riconoscere l’attenuante generica del lungo infortunio, eccetto il gol di Palermo e qualche assist, di significativo, almeno finora, non ha fatto vedere nulla. Forse, è tutto un problema di “testa”, di concentrazione, di ambientamento.

O, forse, è solo una questione di preparazione atletica. O, forse e possiamo provare a mettere in fila tanti altri forse, senza, però, venirne a capo. Il Cosenza, ora come ora, di tutto ha bisogno, meno che, di confusione, di critiche, di parole pesanti, di fischi e di contestazione.

Il Cosenza, ora più che mai, ha bisogno di sentire l’affetto e il sostegno dei tifosi, ha bisogno di poter contare sul suo “dodicesimo” uomo in campo. Ma, soprattutto, ha bisogno, di punti. E di vittorie. Pesanti. A cominciare dalla gara interna con il Brescia. E, servirà, ripeto, testa. Anche per evitare “gialli”, visto che in tanti, sono in diffida.

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