L’avvocato penalista Pietro Martire del foro di Cosenza non è un associato all’organizzazione criminale che si ritiene formatasi nella casa circondariale di Catanzaro.
Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Catanzaro, che, accogliendo il ricorso proposto dai legali di Pietro Martire, gli avvocati Roberto Le Pera e Elide Chiappetta, ha revocato gli arresti domiciliari applicati dal Gip distrettuale di Catanzaro.
La Procura distrettuale antimafia aveva ottenuto l’arresto dell’avvocato Martire sul presupposto di essere ritenuto partecipe dell’organizzazione ritenuta capeggiata da Riccardo Gaglianese e dalla propria moglie Giada Pino, di cui avrebbero fatto parte decine di detenuti e altri soggetti gravitanti nella criminalità organizzata.
Secondo la Procura antimafia il ruolo di partecipe dell’avvocato Pietro Martire all’associazione per delinquere sarebbe stato fondamentale per il “mondo di dentro” per ricevere dal “mondo di fuori” i sussidi informatici necessari per mettere in contatto i detenuti con familiari e conniventi.
Il Tribunale del Riesame, invece, ha ritenuto l’avvocato Martire estraneo da qualsiasi contesto di criminalità organizzata.
Riconosciuta dal Tribunale del riesame a carico dell’avvocato Martire, unicamente, la gravità indiziaria per la introduzione di un apparato telefonico nella casa circondariale di Catanzaro, ipotesi di reato che ha determinato lo stesso Tribunale al solo obbligo personale di firma .