La Terra di Piero presenta InfibulaZero: piazza Bilotti sarà invasa dalle coperte colorate
Pur essendo apertamente, convintamente e dichiaratamente ateo e con uno spirito anticlericale, Sergio Crocco, è una delle persone più buone della città, dall’anima sconfinata e dal cuore che, oltre che essere colorato di rossoblù, è pieno di tenerezza e di solidarietà. Verso gli altri, verso gli ultimi, verso i dimenticati.
Ed è questo suo modo di essere che, ha fondato e dato vita a “La Terra di Piero”, con l’intento di esserci e rispondere alle esigenze, ai bisogni e alle necessità di chi non ha nulla e non sa come andare avanti.
Sergio è sempre in prima linea per chi è in cerca di risposte e di ascolto. Quelle risposte e quell’ascolto che, spesso, la classe politica, gli enti locali, non sono in grado di dare. Occuparsi dei senza tetto e dei senza tutto, è diventato il ‘vademecum’ della Terra di Piero che, non guarda solo alle esigenze dei cosentini ma, ha esteso il suo sguardo anche al continente nero. Le iniziative dell’associazione cosentina, sono tante. Anzi, una ne finisce, un’altra ne inizia e, altre ancora, sono pronte a vedere la luce.
L’ultima in ordine di tempo, è quella avviata per essere un urlo di rabbia e di dissenso, contro la barbarica pratica dell’infibulazione, praticata e diffusa in Africa. Contro l’infibulazione, Sergio Crocco e la “Terra di Piero”, hanno lanciato un’altra, l’ennesima, iniziativa solidale: una ribellione, un grido di indignazione con la realizzazione di piccoli lavori a maglia che, uniti fra di loro, daranno vita ad una gigante coperta, sotto cui “proteggere” tutte quelle donne africane che, sono costrette a subire questa “mortificazione” personale che, non ha nulla di umano.
InfibulaZero: Piazza Bilotti invasa da coperte colorate
Contro questa violenza fisica, mentale, psicologica, la Terra di Piero ha promosso e organizzato una manifestazione che invaderà, i prossimi 2 e 3 marzo, piazza Bilotti. La vendita delle coperte realizzate tutte all’uncinetto, servirà a finanziare la costruzione e apertura di una scuola in Africa, in un vasto territorio, al confine con il Malawi. L’iniziativa, vuole essere un segnale di cultura e di speranza. Perché, le guerre, non sono solo quelle che producono morti e tragedie con l’uso sconsiderato delle armi ma, sono anche quelle che creano “prigionieri”, negando a tante ragazze e a tante bambine, la possibilità di dire no. E, difendere, la loro intimità e la loro dignità di essere donna.
«Non possiamo certo risolvere questo fenomeno, ma possiamo tentare di far diminuire questa pratica attraverso la cultura e l’istruzione» – dice Sergio Crocco. «Abbiamo notato che dove ci sono più scuole, questa pratica è meno diffusa. L’istruzione apre davvero la mente e in quei posti ancora di più».
Ed aggiunge: «L’infibulazione in ben 54 Stati è vietata dalla legge, ma viene praticata a causa di una tradizione millenaria. Non è forzata e le bambine possono rifiutarsi, ma poiché è una tradizione, molto spesso le ragazze al compimento del 14° anno, decidono di volersi sottoporre alla mutilazione. La cultura però – sottolinea ancora Crocco – può rappresentare un modo per sottrarre anche poche bambine a questa barbarie».
«La partecipazione al progetto è stata aperta a tutti. Alle lavorazioni hanno preso parte oltre a tantissime volontarie anche gli anziani ospiti di RSA, case circondariali e Pro Loco. Così come numerose sono state le coperte arrivate anche da tutta Italia, raggiungendo un buon numero poco più di 1500» -conclude soddisfatto Sergio Crocco.