Sfumano nel finale i tre punti per i Lupi
All’ultimo minuto di recupero – quando ormai la partita era ai titoli di coda – il Cosenza si fa sfuggire la possibilità di centrare la terza vittoria consecutiva. Merito del Pisa che, in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo, ha cercato fino alla fine – seppure con iniziative confuse – di trovare il pari ma, soprattutto, demerito dei Lupi che hanno rinunciato troppo presto a cercare il colpo del KO provando invece a gestire la palla, cosa che non è nelle corde della squadra di Caserta. Con il passare dei minuti, anzi, sono stati proprio i rossoblù a farsi prendere da una frenesia eccessiva, sprecando malamente per eccessiva precipitazione delle ripartenze che avrebbero potuto e dovuto essere sfruttate meglio. La partita è finita così per assomigliare – nella sua evoluzione e nel suo svolgimento – al match d’andata senza però il jolly finale pescato allora da Mazzocchi. Certo, i padroni di casa hanno qualche attenuante – l’infortunio di Gyamfi che ha costretto Caserta a mettere Voca come terzino destro perdendo sostanza in mezzo al campo e un intervento su Frabotta in area che sembrava punibile con il calcio di rigore – ma questo non smorza il rammarico per l’occasione persa e l’amarezza per come è stato gestito il finale di partita.
Schieramenti speculari
Come ampiamente previsto, i due tecnici si affidano entrambi al consueto 4-2-3-1. Caserta ripropone la formazione schierata a Bolzano, con il solo cambio del rientrante Tutino al posto di Forte. Aquilani invece – per via di infortuni e squalifiche – è costretto a modificare maggiormente il suo undici iniziale inserendo Loria, Barbieri, Tourè, Valoti e Moreo per Nicolas, Esteves, Veloso, D’Alessandro e Torregrossa.
Primo tempo: un Cosenza aggressivo fa la partita, il Pisa tiene botta e riparte
La partita inizia con un inusuale silenzio per la protesta degli Ultrà della Curva Bergamini contro dei daspo emessi nei confronti di alcuni loro rappresentanti: l’ingresso nel settore avviene al 15’, con gli Ultrà della Curva Catena che si associano alla protesta nelle stesse modalità. Da sottolineare che anche i tifosi ospiti – presenti in buon numero – iniziano a sostenere il Pisa solo dopo l’ingresso dei gruppi organizzati del tifo cosentino.
I padroni di casa imprimono subito all’incontro un ritmo impetuoso, recuperando il pallone nella metà campo avversaria e mettendo in difficoltà la retroguardia nerazzurra, costretta spesso a rifugiarsi in corner che però non danno esito. Al 14’ Florenzi parte palla al piede convergendo da sinistra, serve Marras che mette al centro per Frabotta la cui conclusione viene respinta da Calabresi.
Al 19’ Mazzocchi riceve palla sulla trequarti, fa qualche passo e scaglia un gran tiro dalla distanza che Loria respinge con una certa difficoltà. Al 23’ Marras dalla destra mette al centro e Marin – con un intervento maldestro di tacco – sfiora l’autorete. Al 29’ malinteso fra due giocatori rossoblù che, in prossimità della linea di centrocampo, lasciano palla ad Arena abile ad arrivare rapidamente fin dentro l’area del Cosenza ma la sua conclusione esce di poco sul fondo.
Il Cosenza tira un po’ il fiato – pur mantenendo il predominio territoriale –, il Pisa guadagna campo e il gioco si sviluppa soprattutto in contrasti e duelli a centrocampo. Al 45’ Florenzi anticipa Calabresi che entra duro e in ritardo: inevitabile il cartellino giallo che provoca l’espulsione del giocatore ospite – già ammonito qualche minuto prima per un altro fallo, sempre su Florenzi.
Nel recupero Praszelik – anche lui già ammonito – entra in ritardo su un avversario rischiando l’espulsione per doppio giallo: l’arbitro non mostra il cartellino al centrocampista polacco scatenando le proteste della panchina ospite. Finisce così un primo tempo gradevole, con i padroni di casa più propositivi senza però riuscire a trovare lo spiraglio giusto.
Secondo tempo: il Var evita un errore arbitrale
Caserta decide di evitare rischi e lascia Praszelik negli spogliatoi sostituendolo con Calò mentre Aquilani inserisce Beruatto al posto di Arena per riequilibrare la linea difensiva. Inaspettatamente sono gli ospiti ad iniziare la frazione attaccando e al 48’ l’arbitro assegna loro un calcio di rigore per un presunto fallo di mano in scivolata di Gyamfi: il VAR richiama Bonacina e le immagini mostrano che il calciatore rossoblù tocca prima il pallone con il ginocchio e poi – proseguendo il movimento – con la mano, quindi la massima punizione viene revocata.
Passato lo spavento il Cosenza riprende a condurre il gioco e al 57’ Frabotta – al termine di un’azione combinata sulla sinistra – viene messo giù da Tourè: il fallo da rigore sembra evidente ma dopo un lungo check del VAR – senza però che Bonacina vada allo schermo – rimane valida la decisione dell’arbitro di non concedere il penalty ai Lupi.
Al 61’ il Cosenza passa in vantaggio: ancora una volta l’azione si svolge sulla sinistra con Mazzocchi che appoggia a Tutino il cui sinistro di prima intenzione – appena sfiorato da Beruatto – supera Loria, colpisce il palo ed entra in rete. Al 67’ Forte serve ottimamente Tutino in profondità ma la conclusione dell’attaccante rossoblù – forse sbilanciato da un avversario mentre si stava coordinando – termina fuori dallo specchio della porta.
A questo punto dell’incontro i Lupi arretrano un po’ il loro baricentro e cercano di gestire la gara, dando l’opportunità al Pisa di guadagnare metri e provare il tutto per tutto. All’83’ su calcio piazzato di Veloso, Canestrelli impatta di testa ma la palla va sensibilmente alta sulla traversa. Il Cosenza spreca per troppa agitazione qualche possibilità di partire in contropiede e il Pisa riesce facilmente a recuperare palla, lanciando palloni verso l’area rossoblù alla ricerca di opportunità per segnare.
Al 94’ su calcio d’angolo Tourè colpisce di testa quasi a botta sicura ma Micai devia in calcio d’angolo con un prodigioso colpo di reni. Al 96’, all’ultimo minuto di recupero e all’ultimo assalto il Pisa trova il pari: la difesa di casa non riesce a liberare completamente, Masucci rimette al centro in rovesciata e Caracciolo anticipa Camporese, mettendo alle spalle di Micai. Il tempo di rimettere la palla al centro e Bonacina chiude l’incontro con il triplice fischio.
Un’occasione persa ma senza drammi
Il Cosenza butta alle ortiche l’opportunità di fare un bel balzo in classifica: il risultato finale lascia l’amaro in bocca per essere stati raggiunti quando ormai si pregustava il sapore dolce della vittoria e soprattutto per non aver sfruttato tutte le congiunture favorevoli che si erano create – avversario rimaneggiato, superiorità numerica per tutto il secondo tempo, partita sbloccata.
Negli ultimi 15-20 minuti la squadra è sembrata in preda alla classica paura di vincere, arretrando troppo e rianimando un avversario che sembrava davvero sul punto di mollare. Dal canto loro, i toscani hanno avuto il merito di percepire e sfruttare il black-out mentale del Cosenza, riversandosi in avanti e raddrizzando il risultato.
Caserta dovrà ancora una volta vestire i panni dello psicologo per cercare – finalmente – di capire cosa succede nella testa dei suoi giocatori: si sperava che Camporese riuscisse a dare quel quid in più di personalità nei momenti di difficoltà ma, evidentemente, il solo innesto del centrale toscano – pur avendo portato benefici – non è stato sufficiente.
Adesso il calendario propone ai rossoblù due trasferte consecutive in cui, affrontando due squadre con differenti posizioni e ambizioni di classifica, sarà necessario riportare la concentrazione al livello massimo – come fatto con Venezia e Sudtirol – per allungare la striscia di risultati positivi.
Preoccupa un po’ la situazione dei terzini destri: Cimino è alle prese con un problema muscolare e Gyamfi è stato costretto ad uscire anzitempo. Se, malauguratamente, non si recuperassero per il prossimo turno, l’allenatore rossoblù sarebbe costretto a qualche stravolgimento tattico o a fare giocare qualcuno fuori ruolo – Voca si è disimpegnato degnamente ma è difficile pensare che non possa andare in estrema difficoltà dovendo giocare interi match sulla fascia.
Riguardo all’arbitraggio, il signor Bonacina è riuscito a scontentare un po’ tutti, facendo ricorso troppo tardi alle ammonizioni, gestendo in maniera differente situazioni simili e sbagliando anche nel giudicare le situazioni in area di rigore – una volta salvato dal VAR e un’altra no.
COSENZA (4-2-3-1): Micai; Gyamfi (65’ Viviani), Venturi, Camporese, Frabotta; Praszelik (46′ Calò), Zuccon (55’ Voca); Marras, Mazzocchi, Florenzi (55’ Forte); Tutino (77’ Antonucci).
A disposizione: Lai, Marson, D’Orazio, Occhiuto, Barone, Fontanarosa, Crespi, Novello.
Allenatore: Caserta
PISA (4-2-3-1): Loria; Calabresi, Caracciolo, Canestrelli, Barbieri; Marin (82′ Torregrossa), Tourè; Arena (46′ Beruatto), Valoti (63′ Piccinini), Moreo (75′ Veloso); Mlakar (82′ Masucci).
A disposizione: Campani, Vukovic, Leverbe, Hermannsson, Trdan, Raychev, Barberis.
Allenatore: Aquilani
ARBITRO: Bonacina di Bergamo
ASSISTENTI: Cortese di Palermo e Ricciardi di Ancona
IV UFFICIALE DI GARA: Iannello di Messina
VAR: Irrati di Pistoia
ASSISTENTE VAR: Miele di Nola
MARCATORI: 62’ Tutino (C), 94’ Caracciolo (P
NOTE: Spettatori: 5.856 circa di cui 234 ospiti. Ammoniti: Calabresi (P), Praszelik (C), Calò (C), Tutino (C), Forte (C), Veloso (P). Espulso: Calabresi (P)
Angoli: 4-5. Recupero: 2′ pt, 6′ st
Possesso palla: 57 % Cosenza, 43 % Pisa
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