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Il Cosenza riparte dal Ceravolo

Inizia da Catanzaro il rush finale del girone d’andata

L’ennesima sosta per le nazionali sta giungendo finalmente al termine e il Cosenza è pronto a riprendere il suo cammino: saranno sei partite che, in un mese esatto, porteranno al giro di boa di metà stagione. E sebbene la B sia imprevedibile e in equilibrio fino a primavera inoltrata, questi match daranno al campionato un imprinting marcato. La ripartenza poi, non sarà un momento qualsiasi della stagione perché i Lupi dovranno scendere in campo al Ceravolo in quella che – inutile negarlo –, per la quasi totalità di entrambe le tifoserie, è LA PARTITA per eccellenza. Catanzaro e Cosenza torneranno ad affrontarsi in campionato dopo 5 anni dall’ultima volta – in serie C – e dopo ben 33 anni dagli ultimi confronti in serie B: di conseguenza, alla consueta attesa spasmodica per l’incontro – difficile pensare che, nelle due città, alla compilazione dei calendari non si sia andati subito a cercare le giornate previste – si è aggiunto lo stop della sosta che ha dilatato i tempi quasi in maniera agonica.

Non solo campanile

Lo scontro non sarà solo di campanile perché entrambe le squadre si sono rese protagoniste, finora, di un campionato decisamente apprezzabile: i giallorossi, mantenuta la base che lo scorso anno ha stravinto il campionato di C, puntellando la squadra in maniera accorta e alimentandosi dell’entusiasmo che circonda il gruppo, si sono inseriti da subito nei piani alti della graduatoria, pur con qualche comprensibile passaggio a vuoto nell’ultimo periodo. I rossoblù, partendo dalla conferma di alcuni elementi fondamentali nella salvezza di qualche mese fa, hanno finalmente dato corpo a un progetto tecnico di livello, allestendo una rosa valida e profonda. Tanto Caserta quanto Vivarini hanno dato alle loro squadre un’organizzazione di gioco offensiva e propositiva quindi è lecito attendersi – e sperare – che la partita di domenica esca dal solco della tradizione – specialmente recente – che ha spesse volte dato luogo a salomonici pareggi. Del resto, a questo punto della stagione e con una classifica decisamente in linea con gli obiettivi – per prima cosa una salvezza tranquilla e poi si vedrà –, i due mister hanno la possibilità di giocarsi la partita senza affanni e con quell’approccio battagliero e combattivo preteso dai propri supporter.

Presenza ospite penalizzata

Agonismo e spettacolo, quindi, non dovrebbero mancare in campo mentre sugli spalti la presenza della tifoseria ospite sarà fortemente limitata a causa di quanto stabilito dall’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive e dalle autorità del capoluogo di regione. Come è ormai noto, nonostante gli appelli delle due società perché il derby – sia all’andata sia al ritorno – potesse essere disputato con presenza significativa dei tifosi ospiti, i sostenitori cosentini si sono visti destinare solo 750 biglietti – letteralmente polverizzati in poche ore dalla messa in vendita –, peraltro con obbligo di tessera del tifoso e ulteriori restrizioni sulle modalità per raggiungere il Ceravolo. Sicuramente la decisione è stata presa con cognizione di causa e per motivi di ordine pubblico, ma quello che suscita perplessità è che il settore ospiti dello stadio catanzarese – così come tutta la struttura – sia stato oggetto di restyling la scorsa estate e che, nei primi incontri di questa stagione, non ci siano state restrizioni mentre sembrerebbe che, da ora in avanti, la capienza verrà ridotta ai 750 posti già citati. A questo punto, è auspicabile che per la partita di ritorno, per una questione di equità e parità di trattamento, si segua lo stesso principio, sia come linee guida – solo tesserati – sia come numero massimo, 750.

Non resta che giocare

Tornando alle due squadre, nelle due settimane a disposizione hanno certamente lavorato a fondo per mettere benzina nel motore – in modo da affrontare adeguatamente la fine del girone di andata – e per recuperare i giocatori fuori condizione o reduci da infortunio. La partita di domenica, invece, non ha bisogno di una preparazione tecnica specifica o comunque non più di quelle contro altri avversari: diverso è il discorso sul piano mentale e sull’approccio al match anche se, da questo punto di vista, più che i discorsi nel chiuso degli spogliatoi, sono stati la presenza dei tifosi agli allenamenti, gli incoraggiamenti per strada, e persino i social, ad aver fatto percepire ai calciatori – una volta di più e se ce ne fosse bisogno – cosa li aspetta prima, durante e dopo il match. La differenza, probabilmente, sarà fatta da chi riuscirà ad affrontare l’incontro con aggressività, certo, ma anche e soprattutto con concentrazione e nervi saldi per tutta la durata della gara. Per scoprire come andrà a finire, non resta che aspettare poco meno di tre giorni… o poco meno di 72 ore… o poco meno di 22.300 minuti…

 

foto di Michele De Marco

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