Eduardo Tarsia aveva realizzato un sogno. Il suo sogno. Trasformare una vecchia centrale elettrica abbandonata in un teatro, la sua Officina delle Arti.
Un luogo in cui gli artisti potevano incontrarsi, un palcoscenico per attori e registi, uno spazio per i musicisti.
Per anni, ha vissuto una vita fatta di sacrifici e soddisfazioni, con tanti risultati ma anche tantissime delusioni. Poi, a causa della pandemia, ha dovuto chiudere il teatro perché non aveva più risorse economiche per mantenerlo.
Ha cercato aiuto dalle istituzioni, ma Eduardo non voleva soldi. Voleva solo opportunità.
Voleva che il teatro fosse utilizzato per organizzare eventi, presentazioni di libri, iniziative culturali. Ma purtroppo, nulla di tutto ciò è accaduto. Le promesse di sostegno sono rimaste solo promesse. Resta solo l’amarezza, forse il sentimento di non aver fatto abbastanza.
Riposa in pace, mio caro amico, Cosenza perde un grande artista e io un grande amico. Fai buon viaggio. Sono certa che anche lassù realizzerai un’altra Officina delle arti, perché le passioni non sono come gli esseri umani, non muoiono mai.