RICCARDO!
E così mio fratello Riccardo è il nuovo caporedattore della TgR Calabria. Il pensiero va immediatamente a mio padre, che venne ad “aprire” nel 1958, al termine di un viaggio epico da Napoli a Cosenza, la sede calabrese della Radiotelevisione Italiana, dove noi da ragazzini andavamo a giocare, tra telescriventi e telefoni che squillavano, come fosse un parco a tema. Soltanto un anno di più di vita e avrebbe partecipato a questa gioia grande. Ci teneva molto, perché sapeva che Riccardo lo meritava. E lo merita. E’ sempre stato molto critico con noi, noi due che abbiamo seguito le sue orme; e mai ci ha dato una mano, se non per “scarrupare” come diceva mia madre (c’è anche sulla Treccani, si intende nel senso di portare scompiglio). Lo faceva per renderci autonomi, un po’ come quelle aquile che lasciano che i piccoli imparino da soli nel vuoto. Quel vuoto io e Riccardo lo abbiamo provato tantissime volte. Il talento c’era, inutile fare i falsi modesti d’Egitto, le ali pure, ma ha fatto molta paura lo stesso cimentarsi, mostrare (non dimostrare) a quell’aquila reale che era papà di essere bravi. Riccardo ha sofferto le turbolenze di quel vuoto più di me, nonostante la bella carriera che culmina oggi con questa nomina così importante. E’ stata dura, ma è stato molto meglio così. Ora il tuo gemellino scarrupato ti dice: sappi essere un capo super partes, fermo, ma educato, attento. Per la tua squadra Rai. Ma soprattutto per i calabresi, per questa terra che merita giornalisti che sappiano chinarsi ad ascoltare. Come sei tu. Come era papà. E come era mamma Pietra.
Così Valerio Giacoia, gemello di Riccardo, sulla sua pagina Facebook commenta la nomina