Michele Spina è il nuovo Questore di Cosenza. «Cultura della legalità per i giovani»
«Lealtà, onestà e rispetto sono i miei tre principi fondamentali». È così che il nuovo questore di Cosenza, Michele Maria Spina si presenta. Arriva da Latina, subentrando a Giovanna Petrocca, e questo è il suo secondo incarico da questore anche se ha un’esperienza di tantissimi anni come funzionario di polizia a Napoli lavorando in scenari complessi come Scampia. Conosce la camorra ma anche la ’ndrangheta fortemente ramificata a Latina.
«Sarà un percorso breve, della durata di appena un anno», ma, assicura, «intenso e carico di impegno per far progredire la legalità e la giustizia in un territorio vasto, con 150 comuni, non immune dalle infiltrazioni della criminalità organizzata».
«Un anno non è poco – ha sottolineato- ma è sufficiente a seminare anche magari consentendo poi ad altri di raccogliere i frutti di questo lavoro. Per cui non sono sgomento ma sarò molto presente, pronto a rimanere sul territorio, per integrarmi subito e conoscere a fondo questa ampia provincia. Mi conforta la recente attività di contrasto coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha consentito di togliere un po’ di pregiudicati dalla circolazione. In fondo il nostro è un lavoro di riconquista degli spazi, fisici e ideali. Dobbiamo liberarli per affidarli alla società civile, anche applicando una pressione psicologica e muscolare nei confronti di chi delinque».
«Il mio obiettivo è quello di tentare di migliorare la sicurezza sostanziale e anche la percezione di sicurezza, cercando di migliorare predisponendo i servizi per limitare la criminalità diffusa – ha aggiunto. Credo molto nelle misure di prevenzione personale che sono dei cartellini gialli che servono ad alzare le misure investigative. Io aprirò le porte alla società civile, quindi agli studenti ed alle associazioni. Bisogna conquistare la fiducia dei cittadini».
Nel corso del suo mandato, il Questore Michele Spina cercherà in tutti i modi di costruire un proficuo dialogo con i giovani: «Il rapporto con le scuole lo ritengo fondamentale per diffondere la cultura della legalità. Io ho tre figli – ha affermato – per cui mi immedesimo nelle problematiche di ragazzi ancora adolescenti spesso attratti dal male. Mi dispiace molto che alcuni siano affascinati da figure televisive che poi magari tentano di scimmiottare. Noi dobbiamo dare esempi positivi ed incontrare i ragazzi per dire loro che delinquere non paga: anche chi si arricchisce è sempre braccato come un topo. O dalle forze di polizia che vogliono arrestarlo, o da gang rivali oppure addirittura dai suoi stessi gregari, che vogliono ammazzarlo. Dobbiamo quindi dimostrare che vivere così non è conveniente e che una persona perbene e onesta può invece vivere a testa alta» – conclude.