Una serie di proposte che saranno sottoposte all’attenzione del Sindaco Franz Caruso e dell’Amministrazione comunale per cogliere le opportunità offerte alla città dal turismo delle radici, affinché siano messi a punto strategie e programmi finalizzati ad una sua più radicata strutturazione sul territorio. A formulare le proposte è stato il prof. Tullio Romita, coordinatore del Corso di laurea in Scienze Turistiche dell’Università della Calabria, tra i maggiori esperti della materia, in particolare proprio di turismo delle radici, con un’attività di studi ultraventennale confluita in moltissime pubblicazioni e molteplici programmi di ricerca. Due suoi testi sono rimasti dei veri e propri capisaldi del settore: il paper “Da emigrati a turisti” pubblicato 17 anni fa e, nel 1999, un altro interessante volume che approfondiva il modello di sviluppo turistico della regione, “Il turismo che non appare”. Ad invitare il prof. Romita a Palazzo dei Bruzi è stata la Commissione cultura del Comune di Cosenza, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino. Nella titolarità della commissione, che conta deleghe piuttosto ampie ed estese, c’è, infatti, anche il turismo.
Il Presidente Frammartino nel suo intervento introduttivo (accanto a lui anche il Vice Presidente dell’organismo consiliare Francesco Luberto) si è soffermato sulla necessità di ben strutturare anche nella città di Cosenza questa forma particolare di turismo che attiene alla conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti “che – ha sottolineato Frammartino – rappresentano, secondo le ultime stime, un bacino d’utenza di quasi 80 milioni di persone in tutto il mondo. Una crescita esponenziale quella dei cosiddetti “turisti delle radici” che dal 1997 – ha evidenziato il Presidente Frammartino – ha fatto registrare dati numerici in costante ascesa, passando dai 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro Paese, ai 10 milioni del 2018, con una crescita del 72,5% e con un flusso economico in entrata, sempre riferito al 2018, pari a circa 4 miliardi di euro. I calabresi all’estero – ha aggiunto Frammartino – sono la colonna portante di un’economia particolarmente significativa. Ecco che, quindi, valorizzare questo segmento particolare del turismo anche per il nostro comune diventa una opportunità che non può non essere colta al volo”. Resta da capire con quali modalità. Di qui il contributo del prof. Romita che ha parlato nella duplice veste di ricercatore e di Presidente del corso di studi di Scienze Turistiche dell’Università della Calabria. “Il turismo delle radici – ha detto Romita – rappresenta una grande opportunità, ma su questo segmento del turismo occorre riflettere con maggiore attenzione, affinché ci sia un corretto approccio, tecnico e metodologico. In passato – ha aggiunto il docente dell’Unical – avevamo posto, in diverse occasioni, all’attenzione della governance pubblica, il turismo delle radici, ma senza successo. Bisogna, invece, creare le condizioni perché diventi una forma di turismo molto più attenzionata di quanto non sia attualmente”. E Romita ha chiesto che Cosenza dia dei segnali in questa direzione. “Sta tornando forte – ha aggiunto- la voglia di recuperare le radici italiane, tant’è che la Farnesina (il Ministero degli affari esteri) ha, già 4 anni fa, iniziato la promozione di questa forma di turismo per favorirne il rilancio. Nel PNRR una consistente fetta delle risorse stanziate, 20 milioni di euro, sono destinate proprio all’intervento “Turismo delle radici” il cui soggetto attuatore è proprio il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale”. Perché questi buoni propositi si concretizzino il prof. Romita ha dato delle indicazioni di massima: anzitutto dar vita ad un sistema informativo territoriale, offrendo un servizio che certifichi la qualità delle informazioni; procedere, poi, all’attivazione anche di un sistema di monitoraggio della domanda, adeguando i servizi di cui si dispone. Romita ha lanciato l’idea, che è molto piaciuta al Presidente della commissione cultura Mimmo Frammartino, di fare in modo che gli studenti universitari impegnati nel suo corso di studi siano autorizzati a seguire degli stages all’interno del Comune di Cosenza per essere utilizzati, in virtù di un’apposita convenzione, in 10 punti informativi la cui dislocazione sarà individuata sulla base dei luoghi-chiave per l’utilità del viaggiatore. Quanto alle risorse previste dal PNRR, Romita ha ricordato anche la necessità di non farsi trovare impreparati e di essere pronti a lavorare sulla progettazione, utilizzando adeguate competenze. Nel corso del suo intervento, il docente dell’Unical ha distinto il turismo delle radici da altre forme di turismo con le quali spesso viene indicato, come il turismo di ritorno, quello genealogico, quello delle origini. Il turismo delle radici – ha specificato Romita -è dato da quel movimento di persone che trascorrono soggiorni turistici in località in cui essi stessi e/o i propri familiari sono nati ed in cui hanno vissuto fino a prima di emigrare in luoghi che, nel tempo, sono diventati quelli in cui oggi vivono stabilmente. In questa definizione si ricomprendono sia gli emigrati che sono nati o hanno vissuto una parte della loro vita nel luogo d’origine, che i loro figli, nipoti e familiari che sono nati e cresciuti altrove, ma che avvertono, comunque, un forte legame con la terra dove si trovano le radici della famiglia d’origine”. Tra le altre proposte, Romita ha indicato, inoltre, la previsione di una rete tra comuni, l’istituzione di associazioni temporanee di scopo che distribuiscano tra loro i diversi e molteplici compiti, a cominciare dalle attività di ricezione dei turisti per proseguire con il loro accompagnamento nelle diverse fasi del viaggio e, ancora, la creazione di una piattaforma per lo studio e il monitoraggio del turismo delle radici e per la conoscenza dei territori. Altre azioni importanti sono state indicate: facilitare la ricerca di documenti negli archivi degli uffici di stato civile e anagrafe per le ricerche storico-familiari che il turista delle radici voglia compiere, creare itinerari cui abbinare esperienze personalizzate, anche nel settore dell’enogastronomia, potenziare la rete dei musei dell’emigrazione, creare un passaporto delle radici che funga da carta sconto per gli italo-discendenti che chiedono servizi turistici in Italia. Un pacchetto di cose da fare in vista dell’anno delle Radici Italiane che cadrà nel 2024. “Il Comune di Cosenza – ha concluso Romita -potrebbe avere il ruolo di leader e capofila, con funzioni di coordinamento nei confronti dei comuni limitrofi”. Le proposte del prof. Romita sono state ritenute interessanti anche dagli altri consiglieri comunali intervenuti subito dopo. Chiara Penna ha condiviso la proposta di sottoscrivere con il Comune il protocollo d’intesa per far svolgere agli studenti gli stages finalizzati ad incrementare in città il turismo delle radici. Apprezzamento per l’inaugurazione di un nuovo metodo è stata poi espressa dalla consigliera Bianca Rende. “Un metodo – ha detto – che mette in connessione e in collaborazione il governo cittadino con la produzione letteraria e scientifica dell’Università della Calabria e che coglie il valore della nostra Università che paradossalmente è riconosciuto dappertutto, ma è misconosciuto sul nostro territorio. Una collaborazione che va accolta di buon grado anche in presenza del dissesto economico-finanziario dell’Ente che rende opportuna l’attivazione di sinergie istituzionali tra la direzione politica locale e quella accademica dell’Università. Nessuna occasione – ha ribadito Rende – deve essere perduta. C’è la necessità – ha aggiunto – di attingere ad altri contesti per sviluppare una progettazione competitiva, attesa la carenza di risorse interne al Comune, se si eccettuano le 4 unità inviate dal Ministero per lo sviluppo che potrebbero occuparsi dell’intervento messo a bando dal Ministero per gli affari esteri, nell’ambito del PNRR”. Dalla consigliera Rende è venuto l’invito al Sindaco Franz Caruso a dar corso al protocollo d’intesa per porre il Comune nella condizione di cogliere l’opportunità offerta dal turismo delle radici e quindi di utilizzare gli studenti per gli stages previsti dal loro corso di studi. Il turismo delle radici per Bianca Rende “rappresenta una risorsa per ritrovare la nostra identità. Recuperare questa forma di turismo significa ricreare quel melting pot in grado di farci ritrovare quelle specificità che sono andate perdute. Coltivare la memoria è importante. Proviamo a dare un cronoprogramma alle nostre intenzioni”. E ha dato appuntamento tra 20 giorni per avere riscontri sull’accoglimento delle proposte. La serie degli interventi è proseguita poi con il consigliere Aldo Trecroci che, nell’accogliere favorevolmente le proposte del prof. Romita, ha suggerito un accordo tra il comune di Cosenza e i comuni dell’hinterland che contano un alto numero di emigrati, come, ad esempio, i comuni della Valle del Savuto “dove fortissima – ha detto Trecroci – è l’appartenenza al territorio d’origine”. Il consigliere ha aggiunto anche la proposta di allargare il sistema informativo in costruzione anche al t
erritorio. “Il Comune di Cosenza deve fungere da raccordo. Dobbiamo essere i suggeritori di uno sviluppo del nostro territorio”. Anche la consigliera Alessandra Bresciani ha espresso condivisione chiudendo, con il suo intervento, la seduta di commissione.