“Apprendiamo da un annuncio televisivo in una trasmissione elettorale che vedeva il confronto fra i candidati sindaco per le amministrative del 3 e 4 ottobre prossimi, che l’attuale vicesindaco di Cosenza, Francesco Caruso, candidatosi per la guida della città, ha annunciato come la Giunta di cui attualmente fa parte abbia, finalmente, deliberato l’approvazione dei Progetti Utili alla Collettività”.
Lo affermano in una nota i candidati della lista del M5S al rinnovo del Consiglio comunale di Cosenza.
“I Puc – dicono i candidati -, di cui per legge sono responsabili i comuni, consentono ai beneficiari del, tanto vituperato, Reddito di Cittadinanza di svolgere attività socialmente utili nel proprio comune di residenza.
La scelta, pertanto, è giusta, sebbene eccessivamente tardiva, applicata, fra l’altro, in prossimità della scadenza della campagna elettorale.
Sarebbe quindi interessante conoscere le ragioni per cui l’amministrazione comunale di Cosenza abbia inteso avvalersi di uno strumento così importante trascorsi addirittura tre anni dalla possibilità di accedervi.
Tale non condivisibile orientamento amministrativo – prosegue la nota – ha precluso da un lato un tempestivo percorso ed un’occasione di inclusione e crescita umana e professionale per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e dall’altro la possibilità per i cittadini di Cosenza di poter usufruire di maggiori servizi considerato il fatto che la casa comunale, sotto organico e in dissesto economico, avrebbe potuto avvalersi dei Puc per svolgere nuove attività per la collettività o potenziarne altre già esistenti. Infatti lo spettro di applicazione è molto vario e può riguardare l’ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.
Nonostante tutto – concludono i candidati pentastellati – ci conforta sapere che, sebbene in ritardo e con una tempistica dal sapore elettorale, anche gli amministratori più restii ad applicare misure volute dal Movimento 5 Stelle su tutto il territorio nazionale vi abbiano infine aderito dimostrando come spesso, per i percettori del Reddito di Cittadinanza, la possibilità di restituire alla collettività l’aiuto fornitogli dallo Stato è negata dagli stessi amministratori locali”.