La Camera penale di Cosenza ha lanciato un severo monito contro il recente decreto sicurezza approvato dal Governo, ribattezzandolo con un nome fortemente evocativo: “Decreto Erode“. Una denominazione che richiama volutamente la biblica strage degli innocenti, per denunciare le disposizioni che introducono la detenzione, seppur in forma attenuata, per le madri di bambini di età inferiore a un anno.
Nel comunicato diffuso, i penalisti cosentini evidenziano come il decreto “abroga la disposizione che prevede il rinvio obbligatorio della pena e introduce il rinvio facoltativo della pena derogabile in caso di pericolo di recidiva; introduce la custodia cautelare negli istituti di custodia attenuata per le donne incinte o le mamme con bambini sol che non abbiano raggiunto l’anno di età”.
Il Direttivo della Camera penale bruzia sottolinea con fermezza che con queste misure “lo Stato si pone in contrasto con la Carta Costituzionale, nella parte in cui, all’articolo 31, la protezione della maternità e dell’infanzia è posta a salvaguardia dei basilari diritti umani”.
Particolarmente incisivo il passaggio conclusivo del documento: “La cancellazione delle garanzie che presidiano la natalità, il superiore interesse del minore e la maternità non può restare in silenzio, perché questa è barbarie“.
L’appello è indirizzato specificamente ai rappresentanti politici del territorio, con la richiesta esplicita di non procedere alla conversione del decreto-legge. Tra i destinatari figurano numerosi parlamentari calabresi di diverse forze politiche: la sottosegretaria Wanda Ferro, il deputato Andrea Gentile (FI), Vittoria Baldino (M5S), Francesco Cannizzaro (FI), Domenico Furgiuele (Lega), Nicola Irto (PD), Simona Loizzo (Lega), Giuseppe Mangialavori (FI), Tilde Minasi (Lega), Mario Occhiuto (FI), Anna Laura Orrico (M5S), Fausto Orsomarso (FdI), Roberto Scarpinato (M5S) e Nico Stumpo (PD).