Rossoblù sconfitti a Cesena per due errori difensivi
Nonostante una prestazione in cui – come sempre – non sono mancati carattere e applicazione, i Lupi sono costretti ad incassare all’Orogel Stadium – già Manuzzi – la seconda sconfitta consecutiva a causa dei soliti e ormai cronici problemi “strutturali” della squadra. I ragazzi di Alvini, infatti, subiscono due gol dovuti a colossali e collettive ingenuità difensive e pagano – una volta di più – l’incapacità di concretizzare negli ultimi 16 metri la mole di gioco sviluppata quando gli avversari serrano le fila. La sintesi estrema del match contro il Cesena è praticamente tutta qui con l’aggiunta dell’ennesimo arbitraggio inadeguato che – pur non raggiungendo le oscenità perpetrate da Ayroldi nel turno precedente – ha finito comunque per condizionare l’andamento dell’incontro.
FORMAZIONI DI PARTENZA
Rispetto alla sconfitta di Bari, Mignani varia modulo – dal 3-4-3 passa al 3-4-2-1 – e tre interpreti, sostituendo Ciofi, Bastoni e Adamo con Curto, Francesconi e Ceesay. Alvini conferma il 3-4-1-2 del turno precedente procedendo a ben quattro cambi: Hristov, Venturi, Zilli e Kourfalidis vanno in campo al posto di Martino, Dalle Mura, Fumagalli e dello squalificato Charlys.
PRIMO TEMPO: EQUILIBRIO CON OCCASIONI DA AMBO LE PARTI, TAVSAN LA SBLOCCA NEL RECUPERO
Inizio aggressivo del Cosenza che va a prendere altissimi i giocatori di casa e già al 6’ conclude verso la porta di Klinsmann con un tiro da fuori area di Ricciardi che termina di poco a lato. Al 12’ si fa vedere il Cesena con Shpendi che taglia sul primo palo per ricevere un cross dalla destra, anticipando Venturi e concludendo di tacco: Micai è ben piazzato e devia in angolo. Sul corner susseguente – al 13’ – la difesa rossoblù allontana ma il pallone finisce sui piedi di Berti: il tiro al volo di prima intenzione è ben indirizzato ma Mazzocchi – appostato in prossimità della linea di porta – respinge di petto. Il buon momento dei romagnoli continua al 14’ quando – su calcio d’angolo – Mangraviti gira verso la porta da pochi passi chiamando Micai ad una parata difficile e decisiva. Il Cosenza si scuote e al 16’ spreca un’opportunità clamorosa: Kourfalidis si incunea in area sulla sinistra e mette al centro servendo Kouan che – tutto solo – si coordina bene ma colpisce centralmente consentendo a Klinsmann di deviare in angolo. Passa un minuto quando al 17’ Zilli vince un paio di rimpalli ed entra in area ma al momento di concludere subisce un’evidente trattenuta da parte di un difensore bianconero e finisce a terra. Né Galipò né il VAR ritengono il contatto sanzionabile con la massima punizione ma viene spontaneo chiedersi come sarebbe stato valutato l’episodio ad aree invertite. Al 21’ Ricci recupera palla al limite della propria area, attraversa tutto il campo in ripartenza senza essere affrontato da nessun avversario ma, arrivato in prossimità dell’area cesenate, conclude debolmente addosso ad un difensore quando aveva anche la possibilità di servire in profondità un compagno meglio piazzato. Al 24’ Shpendi si infortuna alla caviglia ricadendo male dopo un contrasto con Venturi ed è costretto ad uscire dopo essere rimasto a terra per alcuni minuti. L’interruzione prolungata stronca i ritmi dell’incontro con le squadre che rallentano visibilmente pur confermando la tendenza inziale, con il Cosenza che gestisce il possesso e fa la partita mentre il Cesena si difende basso e riparte in contropiede. Al 37’ Donnarumma avanza sulla trequarti e mette in mezzo da sinistra, Caporale cicca l’intervento e Tavsan insacca: l’attaccante cesenate era però partito in evidente posizione di fuorigioco e la rete viene annullata. Al primo minuto di recupero, sugli sviluppi di una rimessa laterale, tre difensori rossoblù pasticciano invece di liberare e finiscono per servire Ceesay che entra in area, abbatte Caporale con un intervento al limite del regolamento – anche in questo caso rimane il dubbio di come sarebbe stato giudicato ad aree scambiate – e serve di tacco Tavsan: per l’attaccante bianconero superare Micai da due passi è fin troppo facile e i padroni di casa si ritrovano inaspettatamente in vantaggio. I Lupi accusano il colpo e rischiano di subire il raddoppio subito dopo aver battuto la palla al centro: Antonucci scappa sulla sinistra, supera il diretto avversario e mette la palla sul secondo palo dove – in piena area piccola – Francesconi entra in scivolata e mette incredibilmente fuori. Finisce su questa azione, con i romagnoli in vantaggio grazie ad un regalo della difesa ospite, una prima frazione sostanzialmente equilibrata.
SECONDO TEMPO: RADDOPPIO DEL CESENA SU ALTRO ERRORE DEI LUPI, RICCIARDI LA RIAPRE, KLINSMANN SALVA IL RISULTATO SU FUMAGALLI
Ad inizio ripresa gli ospiti provano subito a rientrare in partita e al 48’ Kouan serve Kourfalidis appostato appena fuori area: il greco è sbilanciato e il suo tiro finisce alto sulla traversa. Al 53’ Zilli – in area ospite – si allunga la palla e serve involontariamente sulla sinistra Ricci: l’esterno sinistro rossoblù mette in mezzo un pallone forte e teso che taglia tutta l’area piccola e arriva sul secondo palo dove Ricciardi – in scivolata – manca di pochissimo la deviazione vincente. Al 57’ il Cesena raddoppia: lancio lungo dalla trequarti per Ceesay che taglia dietro le spalle di Ricci – altissimo sulla linea di centrocampo come i suoi compagni della difesa -, entra in area e serve al centro l’accorrente Berti – vanamente inseguito dai centrali rossoblù – abile a controllare, eludere Caporale e mettere alle spalle dell’estremo difensore dei Lupi. Inspiegabile come la difesa del Cosenza possa essersi fatta trovare così sbilanciata, quasi come se si fosse nel finale di partita alla ricerca del pari con tutti gli effettivi in avanti. Al 65’ Alvini effettua tre cambi simultanei – dentro Strizzolo, Rizzo Pinna e Fumagalli per Zilli, Caporale e Mazzocchi – ridisegnando la squadra anche dal punto di vista tattico e passando ad un 4-3-2-1. La pressione ospite cresce e al 70’ la squadra calabrese accorcia le distanze: dopo un’azione insistita sulla sinistra la palla arriva dalla parte opposta a Ricciardi – appostato appena fuori area – che controlla e lascia partire un violento destro ad incrociare che supera Klinsmann, colpisce il palo e finisce in fondo alla rete, proprio sotto il settore occupato dai numerosi tifosi ospiti giunti in Romagna. Il Cosenza – galvanizzato dal gol – riprende a spingere con maggiore intensità ma i padroni di casa si chiudono in maniera ordinata, intasando gli spazi. All’80’ i Lupi vanno vicinissimi al pari quando – sugli sviluppi di un corner da sinistra – la palla giunge a Hristov che prolunga sul secondo palo dove – sul vertice dell’area piccola – è appostato Fumagalli: l’attaccante rossoblù conclude di destro al volo ma l’estremo difensore cesenate si trova la palla fra le mani quasi per caso e – in due tempi – riesce a parare, salvando il risultato. Nei minuti restanti – scarso recupero compreso – si gioca pochissimo perché i romagnoli ricorrono – comprensibilmente – a tutto il più becero repertorio per tenere la palla lontana dalla loro area di rigore e, soprattutto, perché il direttore di gara non fa praticamente nulla per impedirlo, facendo montare lo sconforto e il nervosismo fra i giocatori ospiti.
IL SENSO DELLA MISURA
Per la prima volta in stagione il Cosenza incappa in due partite perse di fila e – inevitabilmente – si vede costretto a rimettere in discussione le – poche – certezze che finora ne hanno caratterizzato il cammino in campionato: non tanto per quanto messo in campo dai giocatori, sempre grintosi e mai disposti ad arrendersi, quanto per il fatto che dopo ogni partita cresce la sensazione che i limiti “strutturali” della squadra – è ancora necessario ricordare chi e perché ha voluto una squadra costruita con una parsimonia che sarebbe sembrata eccessiva finanche a Paperon De Paperoni? – non possano essere sempre superati grazie al lavoro di Alvini e del suo staff. È vero che questo gruppo ha raccolto 20 punti sul campo e che non è praticamente mai stato messo sotto da nessuno sul piano del gioco ma è altrettanto vero che quasi tutti i giocatori in rosa, per poter essere competitivi in ogni partita, devono performare costantemente oltre le loro capacità, con grande dispendio di energie fisiche e nervose, finendo facilmente “in riserva”. Partite come quella con il Cesena, persa per due passaggi a vuoto – e oltre i propri demeriti – evidenziano una volta di più che ci sono delle lacune di organico da colmare rapidamente e che sarebbe necessario inserire giocatori di categoria – già pronti e allenati, non “residuati bellici” alla Zarate o reduci da un sanatorio come Ndoj – o, quanto meno, utilizzare quelli che in organico ci sono già. È francamente difficile credere che un tecnico esperto come Alvini possa – a meno di infortuni – preferire sistematicamente altri giocatori ad un Camporese che potrebbe dare, senza alcun dubbio, un contributo di esperienza e grinta ad un reparto sempre sul filo del rasoio. Sembra palese che le motivazioni dietro a queste scelte – comprendendo nel discorso anche D’Orazio – non siano di natura tecnica e – francamente – non spetterebbe neanche all’allenatore dare spiegazioni in merito; purtroppo però la latitanza di proprietà e DG – su questo argomento e non solo – continua e contribuisce ad aumentare le preoccupazioni riguardo all’ormai prossimo mercato di gennaio. In merito all’arbitraggio, oltre a quanto già riferito in precedenza, lascia più di qualche dubbio l’andamento generale della direzione di gara, con diverse decisioni rivedibili – ad esempio il giallo a Micai che chiedeva spiegazioni dopo il primo gol cesenate, cosa assolutamente legittima in quanto capitano – e un costante senso di inadeguatezza.
CESENA (3-4-2-1): Klinsmann; Curto, Prestia, Mangraviti; Ceesay (82′ Adamo), Calò (77′ Mendicino), Francesconi, Donnarumma; Berti (77′ Bastoni), Antonucci (82′ Van Hooijdonk); Shpendi (29′ Tavsan).
A disposizione: Hraiech, Pisseri, Celia, Ciofi, Chiarello, Piacentini, Pieraccini.
Allenatore: Mignani
COSENZA (3-4-1-2): Micai; Hristov, Venturi, Caporale (65′ Rizzo Pinna); Ricciardi, Kourfalidis (77′ Mauri), Kouan, Ricci (87′ Ciervo); Florenzi; Zilli (65′ Strizzolo), Mazzocchi (65′ Fumagalli).
A disposizione: Vettorel, Camporese, D’Orazio, Sgarbi, Sankoh, Dalle Mura, Martino.
Allenatore: Alvini
ARBITRO: Galipò di Firenze.
ASSISTENTI: Ricciardi di Ancona e Regattieri di Finale Emilia.
IV UFFICIALE DI GARA: Manedo Mazzoni di Prato.
VAR: Nasca di Bari.
ASSISTENTE VAR: Longo di Paola.
MARCATORI: 45+1’ Tavsan (Ce), 57’ Berti (Ce), 70’ Ricciardi (Cs)
NOTE: Spettatori: 10.732 di cui 756 ospiti. Ammoniti: Kourfalidis (Cs), Calò (Ce), Klinsmann (Ce), Micai (Cs), Florenzi (Cs), Adamo (Ce), Strizzolo (Cs), Van Hooijdonk (Ce), Antonucci (Ce). Espulso: Kouan (Cs)
Angoli: 5-3. Recupero: 1′ pt, 6′ st. Possesso Palla: Cesena 39 %; Cosenza 61 %