È arrivato in redazione un pensiero sul professor Alfio Cariola che pubblichiamo ricordandolo, anche noi, con immenso affetto
Alfio è uno dei miei cinque amici e voglio dedicargli un pensiero, anche uscendo dai miei soliti schemi.
Certo, se mi attenessi alla realtà tangibile, dovrei scrivere era uno dei miei cinque amici ma proprio il triste evento accaduto un mese fa mi ha confermato quanto ho sempre pensato: di una grande persona restano le tracce indelebili depositate in coloro i quali, parenti o amici o colleghi o allievi, hanno avuto la fortuna di essere i recettori di cotanta grandezza.
E nel caso di Alfio i canali che gli hanno permesso di lasciare l’impronta sono stati tanti: i rapporti familiari, quelli di amicizia, quelli professionali con tante aziende che hanno beneficiato della sua competenza, quelli accademici con decine di pubblicazioni e collaborazioni, quelli formativi con centinaia di ragazzi e ragazze protagonisti nel mondo del lavoro grazie agli insegnamenti ricevuti.
Con l’avanzare dell’età diventa normale ricordare il passato ma quando perdi un amico il rewinding diventa quasi frenetico come se si volesse organizzare un backup di sicurezza.
Non racconterò nessuno dei mille episodi impressi nella mia memoria perché non è questo il mio scopo; desidero, però, invitare i lettori a blindare il ricordo per continuare a trarne insegnamento.
Paolo
