“Un’aggressione che va oltre il singolo episodio criminale, configurandosi come un attentato ai principi democratici”. È quanto scrive il consiglio direttivo della Camera Penale di Cosenza, in una nota che commenta il grave fatto di cronaca che ha visto l’avvocato Natalino Morrone del Foro di Castrovillari ridotto in fin di vita per mano di un proprio assistito.
Il documento, non si limita a una generica condanna, ma solleva una importante questione: la violenza contro l’Avvocatura rappresenta un attacco diretto alla vita democratica e ai principi fondanti dello stato di diritto.
“Non bastano più proclami o documenti di vicinanza”, si legge nel testo. L’appello è a un’azione concreta, a un “terremoto sociale” che faccia comprendere la gravità di simili atti. L’avvocatura, ricordano i penalisti cosentini, è un baluardo che nella storia ha resistito a guerre e dittature, e non può essere piegato dalla “violenta barbarie”.
Il documento sottolinea con forza la necessità di un intervento istituzionale immediato. Alle autorità viene richiesto un “preciso e fermo dovere di intervenire, a tutela non solo dei singoli professionisti, ma dell’intera funzione costituzionale della difesa“.
Un grido d’allarme che supera il caso specifico e chiama in causa la responsabilità collettiva: proteggere l’avvocatura significa proteggere i principi fondamentali della Repubblica.
Tra i firmatari della nota, il presidente Roberto Le Pera e il segretario Gabriele Posteraro, insieme ai consiglieri Alessandra Adamo, Valentina Spizzirri, Domenico Caputo, Angelo Nicotera, Pietro Sammarco, Sergio Sangiovanni e Francesco Santelli.
