sabato, Febbraio 1, 2025
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Capolinea rossoblù?

Il Cosenza perde anche a Marassi contro una Samp a lungo in dieci uomini e si avvia mestamente alla retrocessione

Naufragano a Genova le residue speranze dei Lupi di centrare una salvezza che appariva una missione impossibile fin dal ritiro pre-campionato. Il match contro i blucerchiati ha rappresentato la perfetta e impietosa sintesi di questa stagione, condensando in poco meno di cento minuti tutti gli aspetti negativi che hanno condizionato e determinato il cammino della squadra rossoblù. Il Cosenza – infatti – prendendo l’ennesimo gol su palla inattiva – per una serie di errori difensivi – e non riuscendo a concretizzare la sterile supremazia territoriale, ha palesato ancora una volta i limiti tecnici, caratteriali e di esperienza di un organico costruito – per precise disposizioni del proprietario – all’insegna della minore spesa possibile: non può certo bastare Garritano, peraltro appena arrivato, a invertire il terribile trend negativo, nonostante la voglia e l’attaccamento alla maglia già mostrati dal momento del suo ingresso in campo. Accanto ai problemi strutturali della rosa, ha fatto bella mostra di sé la consueta dose di cattiva sorte, manifestatasi nel piccione che ha bloccato un innocuo pallone destinato sul fondo – originando poi l’azione che ha portato al vantaggio doriano -, nel palo a portiere battuto preso da D’Orazio ad inizio ripresa e in una serie di rimpalli infelici nell’area avversaria nel momento del massimo sforzo alla ricerca del pari. Infine, l’ennesima direzione di gara sfavorevole – nonostante l’espulsione di Vieira – con Di Bello che ha allegramente sorvolato su falli sistematici, allontanamenti continui della palla e perdite di tempo reiterate: è da inizio campionato che la classe arbitrale sta penalizzando la squadra rossoblù, inequivocabile segnale dello scarsissimo credito e della bassissima considerazione che la società di Guarascio riscuote a livello di Lega B e nell’AIA. L’insieme di questi fattori ha portato all’ennesima sconfitta, rianimando una Sampdoria inconsistente e atterrita, quasi incredula del fatto di essere riuscita ad incamerare i tre punti nonostante sia stata inferiore all’avversario per tutta la durata dell’incontro.

 

AMAREZZA E DISILLUSIONE

Nonostante la matematica ancora non condanni la squadra di Alvini, la mancanza di vittorie da lungo tempo e il numero sempre minore di partite da disputare, rendono la permanenza in serie B un’impresa quasi disperata. Inoltre, il colpevole ritardo con cui ci si sta muovendo sul mercato – certamente non attribuibile a Del Vecchio o ad Alvini – alimenta la rabbia per le occasioni sprecate: le carenze tecniche e di esperienza del gruppo erano note ed evidenti da tempo e si sarebbe senz’altro potuto – e dovuto – intervenire tempestivamente già ad inizio sessione per rafforzare l’organico con elementi di categoria che avrebbero potuto consentire al mister di ottenere risultati migliori e restare agganciati al treno della salvezza. Invece, la scelta di Guarascio è stata – come in passato – scientemente improntata ad uno sterile ed improduttivo attendismo, mandando sostanzialmente al massacro Alvini – di certo non esente da colpe ed errori ma sicuramente non il principale responsabile della situazione in cui versa il Cosenza. Con tali prospettive, quali giocatori potrebbero decidere di sposare la causa rossoblù nelle poche ore che mancano al termine del mercato? A tutto questo si aggiunge poi la frattura ormai insanabile con la tifoseria, costretta ad assistere allo scempio della propria passione da parte di una proprietà che non ha mai fatto nulla per instaurare un legame reale con la piazza. Con queste premesse come si può biasimare chi diserterà lo stadio Marulla nelle prossime partite casalinghe? Senza contare, infine, che la – probabile –retrocessione potrebbe essere il male minore perché – fra continue voci di creditori sempre più adirati e sempre meno pazienti – inizia inevitabilmente ad aleggiare sui Lupi il timore di un altro fallimento. Alla luce di queste considerazioni risulta sempre più incomprensibile la scelta dell’attuale proprietario di non prendere atto della fine di un ciclo e la volontà di non farsi da parte, per lasciare posto ad una nuova compagine societaria.

 

SAMPDORIA (3-4-2-1): Perisan (58′ Vismara); Riccio, Ferrari (73′ Vulikic), Veroli; Depaoli, Vieira, Yepes, Beruatto; Oudin (55’ Ricci), Sibilli (73′ Ioannou); Niang (73′ Coda).

A disposizione: Scardigno, Fisher, Sekulov, Pedrola, Leonardi.

Allenatore: Semplici

COSENZA (3-4-2-1): Micai; Hristov, Dalle Mura, Caporale (57′ Rizzo Pinna); Ricciardi (82′ Ciervo), Kouan (82′ Zilli), Gargiulo, D’Orazio; Florenzi (58′ Garritano), Mazzocchi (72′ Fumagalli); Artistico.

A disposizione: Vettorel, Cimino, Martino, Sgarbi, Charlys, G. Ricci, Kourfalidis.

Allenatore: Alvini

ARBITRO: Di Bello di Brindisi.
ASSISTENTI: Lombardo di Cinisello Balsamo e Regattieri di Finale Emilia.

IV UFFICIALE DI GARA: Gauzolino di Torino.

VAR: Maggioni di Lecco.

ASSISTENTE VAR: Camplone di Pescara.

MARCATORI: 45’ Depaoli (S)

NOTE: Spettatori: 22.734 di cui 230 ospiti. Ammoniti: Florenzi (C), Vieira (S), Ricciardi (C), Depaoli (S), Garritano (C), D’Orazio (C), Yepes (S), Coda (S). Espulso: Vieira (S)

Angoli: 4-8. Recupero: 2′ pt, 7′ st. Possesso Palla: Sampdoria 44% Cosenza 56 %

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