Un clima di forte tensione ha caratterizzato l’avvio dell’anno giudiziario in Calabria, culminato oggi nella prima giornata di astensione degli avvocati del Foro di Cosenza dalle attività giudiziarie. La protesta, organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (Coa), ha visto una maratona oratoria dinanzi al Tribunale di Cosenza, con interventi accesi che hanno denunciato il “nomadismo giudiziario”, le criticità strutturali del Palazzo di giustizia e gli attacchi alla professione forense.
Il nodo del “nomadismo giudiziario”
Al centro della protesta c’è la mancanza di aule protette nel Tribunale di Cosenza, che ha costretto i maxiprocessi a migrare verso altre sedi, come Catania e Castrovillari. Una situazione definita “barbarie” dagli avvocati, che hanno sottolineato come questa pratica leda il diritto di difesa dei cittadini e rappresenti un segno di inciviltà.
«L’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Cosenza ha dichiarato che in questo palazzo di giustizia non ci sono aule protette per celebrare i maxiprocessi», ha detto l’avvocato Roberto Le Pera, presidente della Camera Penale di Cosenza protagonista della protesta. «Ma come è possibile che in passato siano stati celebrati processi complessi come i cosiddetti “Tela del ragno” o “Twister”, e oggi non si riesca a trovare una soluzione?».
Solidarietà agli avvocati sotto attacco
Durante la manifestazione, è stata espressa piena solidarietà agli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano, difensori di Rosa Vespa e Aqua Moses, recentemente bersagli di insulti e minacce sui social network. «Con la loro toga, stanno gestendo un processo mediatico con dignità e decoro», ha affermato Le Pera, criticando il “tribunale del popolo social”, che emette verdetti prima delle sentenze, minando il diritto a un processo equo.
Le critiche all’inaugurazione dell’anno giudiziario
L’avvocata Ornella Nucci, presidente del Coa di Cosenza, ha espresso forti riserve sull’inaugurazione dell’anno giudiziario, definendola «una prova non all’altezza delle aspettative». «Da un lato si invitano gli avvocati a stringere sui tempi, dall’altro si dilatano gli interventi di tutti gli altri. Non è stata una cosa garbata», ha commentato.
La Nucci ha poi affrontato il tema delle carenze strutturali del Tribunale di Cosenza, sottolineando come la mancanza di aule adeguate costringa i cittadini a sostenere costi e disagi insostenibili. «È inaccettabile che i cittadini debbano difendersi a Catania o in altre sedi lontane. Cosenza non è meno attrezzata di altri tribunali, come Crotone, Locri o Vibo Valentia. Anzi, qui abbiamo celebrato processi complessi anche durante il Covid, con oltre 200 persone collegate in videoconferenza».
Un appello alla dignità della giustizia
La presidente del Coa ha concluso il suo intervento con un appello alla dignità della professione forense e al rispetto delle regole processuali. «Se non ci fossero i delinquenti, non ci sarebbero avvocati, magistrati o autorità giudiziarie. Questo è il nostro lavoro. Chiediamo solo che il processo si svolga secondo regole chiare e in sedi adeguate», ha dichiarato.
Una protesta che unisce avvocati e magistrati
La protesta degli avvocati cosentini non è isolata. Anche molti magistrati hanno espresso preoccupazione per la situazione, condividendo le critiche al “nomadismo giudiziario” e alle carenze strutturali del Palazzo di giustizia. Un fronte comune che chiede interventi urgenti per restituire a Cosenza e alla Calabria una giustizia efficiente, accessibile e rispettosa dei diritti di tutti.
Intanto, la maratona oratoria di oggi è solo l’inizio di una mobilitazione più ampia. Gli avvocati hanno annunciato che continueranno a battersi per garantire che la giustizia non sia più un’odissea, ma un diritto garantito a tutti, nella sede naturale.