L’avvocatura cosentina si mobilita in difesa dei diritti dei cittadini e della dignità della giustizia. Gli avvocati del Foro di Cosenza hanno annunciato un’astensione collettiva dalle attività giudiziarie per il 28, 29 e 30 gennaio, in segno di protesta contro quello che definiscono un “nomadismo giudiziario” inaccettabile, che sta costringendo i processi a migrare verso sedi come Catania e Castrovillari. Una situazione che, secondo gli avvocati, rappresenta un grave vulnus per i diritti delle persone e un’offesa alla legalità.
Il cuore del problema: la mancanza di aule protette
La scintilla della protesta è scattata il 28 ottobre scorso, quando l’Ufficio di Presidenza del Tribunale di Cosenza ha comunicato l’indisponibilità di aule protette nella sede giudiziaria cosentina. Questa carenza ha reso impossibile celebrare i cosiddetti “maxiprocessi” nella sede naturale, costringendo gli uffici giudiziari a un esodo forzato verso altre città. Un fenomeno che gli avvocati definiscono “barbarie dei diritti”, senza precedenti nella storia giudiziaria italiana.
Cinque punti che rendono inaccettabile il nomadismo giudiziario
Gli avvocati cosentini hanno sollevato cinque interrogativi cruciali, che mettono in discussione la legittimità e la necessità di questa migrazione giudiziaria:
- Perché negare l’esistenza di aule protette?
Nel recente passato, il Palazzo di giustizia di Cosenza ha ospitato maxiprocessi di grande rilevanza, come “Tela del ragno”, “Missing”, “Twister” e “Timpone rosso”, caratterizzati dalla presenza di numerosi imputati in stato di detenzione. Come è possibile che oggi quelle stesse aule non siano più idonee? - L’aula n°1 e le potenzialità inespresse
Nel Palazzo di giustizia esiste un’aula di grandi dimensioni, denominata “Aula n°1”, che, con adeguamenti minimi, potrebbe essere utilizzata per i maxiprocessi. Perché non si è optato per questa soluzione, evitando così il trasferimento delle udienze? - Processi mafiosi ancora celebrati a Cosenza
Se davvero mancano aule protette, come si spiega che a Cosenza continuano a tenersi processi per reati di stampo mafioso, di competenza della Procura antimafia? La contraddizione è evidente. - Lo spreco di denaro pubblico
Perché non investire nelle aule esistenti, adeguandole alle necessità, invece di spendere ingenti risorse per trasferire giudici, cancellieri e avvocati in sedi lontane? Il nomadismo giudiziario comporta costi elevati e disagi inutili. - I lavori in corso: un’occasione mancata
Da mesi, il Palazzo di giustizia di Cosenza è interessato da lavori per un valore di oltre 1,5 milioni di euro. Tuttavia, questi interventi non riguardano le aule di udienza. Se non si interviene per renderle “protette”, come si può giustificare l’attuale nomadismo?
Le conseguenze per Cosenza e il suo territorio
La situazione ha ricadute drammatiche non solo per gli operatori del diritto, ma per l’intera comunità. Cosenza rischia di diventare l’unica città italiana senza un vero e proprio Palazzo di giustizia funzionante, privando i cittadini di un punto di riferimento essenziale per la legalità. Un declino culturale e sociale che umilia un intero territorio.
La protesta degli avvocati: “Noi non ci stiamo!”
Gli avvocati del Foro di Cosenza hanno deciso di alzare la voce, denunciando una situazione che definiscono “inumana” e “indegna di uno Stato di diritto”. Con l’astensione dalle udienze del 28, 29 e 30 gennaio, vogliono richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un problema che riguarda tutti: la giustizia non può essere nomade, perché la giustizia è un diritto di tutti, da garantire nella sede naturale.
Un appello alle istituzioni
La protesta degli avvocati è anche un appello alle istituzioni affinché intervengano tempestivamente. “Chiediamo che venga restituita a Cosenza la sua dignità di città capoluogo, con un Palazzo di giustizia pienamente funzionante e in grado di ospitare tutti i processi, compresi quelli più complessi”, hanno dichiarato i rappresentanti del Foro. “La giustizia non può essere un’odissea. È tempo di dire basta a questo nomadismo giudiziario.”
Intanto, tutti sono in attesa di risposte concrete…