I Lupi indomiti agguantano il pareggio all’ultimo respiro con Ciervo
Dopo una partita volitiva, condizionata pesantemente da un arbitraggio gravemente insufficiente – e non è la prima volta in stagione –, gli uomini di Alvini riescono a raddrizzare il derby con una prova tutta cuore, orgoglio e attributi. Anzi, considerato che sono rimasti in dieci al 21’ del primo tempo, sono proprio i rossoblù a poter recriminare sul risultato, viste le numerose occasioni sprecate sia prima di rimanere in inferiorità numerica che dopo. Il Catanzaro può sicuramente rammaricarsi per essere stato raggiunto alla fine del lunghissimo recupero ma – altrettanto chiaramente – ha mostrato seri limiti di personalità per non aver approfittato di un avversario per così lungo tempo con un uomo in meno, rischiando invece di prendere gol e venendo agevolmente controllato dagli uomini di Alvini, finendo per sbloccare il risultato in maniera quasi fortuita. Nel secondo tempo, infatti, si è evidenziato un aspetto delle squadre di Caserta che al Marulla si era ben imparato a conoscere nella scorsa stagione e cioè il calo fisico repentino intorno all’ora di gioco quando i Lupi hanno più volte messo alle corde gli ospiti, perdendo diverse opportunità per passare in vantaggio. Nel finale di partita è poi successo di tutto quando i padroni di casa, una volta sotto nel punteggio e con pochi minuti per riprendere il match, hanno buttato sul terreno di gioco tutto quello che avevano riuscendo a conseguire un pareggio strameritato quando ormai la sconfitta sembrava inevitabile.
FORMAZIONI INIZIALI
Alvini torna al 3-4-2-1 effettuando ben 5 cambi rispetto allo schieramento del turno precedente: dentro Venturi, D’Orazio, Kouan, Mazzocchi e Rizzo Pinna per Dalle Mura, Ricci, Florenzi – squalificato -, Fumagalli e Zilli. Caserta conferma il 3-5-2 inserendo – rispetto alla sconfitta interna con lo Spezia – Buso, Situm e Pittarello per Pompetti, Cassandro e Biasci.
PRIMO TEMPO: GRANDE AVVIO DEL COSENZA, CATANZARO VICINO AL GOL DOPO IL ROSSO A CAPORALE “INVENTATO” DA AURELIANO
I Lupi iniziano molto aggressivi, non lasciando ai giallorossi ospiti la possibilità di giocare con tranquillità il pallone. All’11’ D’Orazio serve sulla destra Ricciardi che supera due avversari e arrivato sul fondo crossa all’indietro nel cuore dell’area di rigore mettendo fuori gioco la difesa ospite ma non trovando nessun compagno pronto alla battuta a rete. Il Cosenza continua a pressare a tutto campo e al 20’ va vicinissimo al vantaggio: Rizzo Pinna si libera in dribbling sulla sinistra e mette in mezzo dove Kourfalidis tira di prima intenzione colpendo la traversa a portiere praticamente battuto. Al 21’ Aureliano – già messosi in mostra per alcuni plateali ed inutili richiami nei confronti di D’Orazio che aveva giustamente rimbrottato un avversario che simulava – decide di ergersi protagonista e di condizionare l’andamento dell’incontro: su un lancio in profondità verso l’esterno del campo Pittarello e Caporale si strattonano vicendevolmente e finiscono a terra. Il direttore di gara assegna la punizione in favore degli ospiti ed estrae il rosso diretto nei confronti del centrale rossoblù per un intervento da ultimo uomo o una chiara occasione da rete che vede solo lui, con il VAR in colpevole e complice silenzio. Infatti, come scritto in precedenza, il pallone era indirizzato verso la zona della bandierina quindi – anche ravvisando un’irregolarità su cui ci sarebbe comunque da discutere – il provvedimento decretato è assolutamente sproporzionato. Sulla punizione susseguente, al 25’, Micai esce in presa alta e viene caricato in maniera evidente da Scognamillo ma questa volta Aureliano non interviene neanche con un richiamo verbale. I Lupi accusano comprensibilmente il colpo e sbandano per gli attacchi di un Catanzaro deciso a sfruttare il vantaggio numerico. Al 27’, su calcio d’angolo battuto da Pontisso, Bonini colpisce il palo di testa e Micai leva il pallone dalla porta con un riflesso prodigioso salvando il risultato. Al 29’ ancora Pontisso crossa in mezzo e Compagnon – in mischia, di petto o con un braccio – conclude verso la porta rossoblù salvata da un intervento in collaborazione fra Micai e Mazzocchi che mandano la palla sul fondo. Il Cosenza prova ad alleggerire la pressione con qualche ripartenza ma Aureliano non consente – con fischi fuori tempo o mancati – alla squadra di Alvini di giocare. Al 39’ di nuovo pericolosi gli ospiti: Compagnon entra in area sulla destra, rientra sul sinistro e conclude a giro con Micai che devia sul fondo. Dopo due minuti di recupero termina una prima frazione in cui i Lupi erano in controllo totale fino all’episodio scandaloso del rosso a Caporale che ha cambiato l’inerzia dell’incontro, spostando l’equilibrio verso gli ospiti che si erano trovati in palese difficoltà.
SECONDO TEMPO: COSENZA SPRECONE, VANTAGGIO GIALLOROSSO CON POMPETTI, PARI FINALE DI CIERVO
L’avvio di ripresa sembra essere sulla falsariga del finale di primo tempo con il Catanzaro impegnato nel giro palla alla ricerca di un varco nella difesa dei padroni di casa senza però che Iemmello – sostanzialmente annullato da Venturi lungo tutto l’arco dell’incontro – e soci riescano ad andare qualche corner e qualche mischia. Proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dagli ospiti, al 56’, nasce un’occasione ghiottissima per i Lupi: Kourfalidis recupera palla e avanza fino a metà campo quando serve D’Orazio sulla destra che – a sua volta – effettua un filtrante per Ricciardi; l’esterno rossoblù – in probabile posizione di fuorigioco – lascia la palla all’accorrente Kouan che controlla con il sinistro e – appena entrato in area – prova a piazzarla con il destro mancando clamorosamente la porta. Al 58’ è Charlys che conclude da fuori area chiamando il portiere ospite ad una parata a terra. Gli ospiti sembrano in debito d’ossigeno ed è il Cosenza a fare essenzialmente la partita nonostante l’uomo in meno. Ovviamente così facendo si espone a qualche rischio ed al 73’, su azione personale di Buso dalla sinistra, dopo una corta respinta la sfera arriva a Pompetti il cui tiro viene deviato in corner dalla schiena di Venturi in scivolata. Al 74’ Seck entra in area rossoblù dopo una serie di dribbling e conclude verso la specchio della porta trovando l’opposizione di Charlys. All’80’ gli ospiti passano in vantaggio: Pittarello dalla sinistra mette in mezzo, Charlys respinge corto sui piedi di Pompetti che di prima intenzione mette alle spalle di un incolpevole Micai. Da notare che ben tre giocatori ospiti – di cui almeno due nel cono visivo del portiere – erano oltre l’ultimo difensore rossoblù ma l’ineffabile Aureliano e il VAR hanno valutato le posizioni non influenti, assegnando la rete. I Lupi dimostrano di avere lo stesso carattere di ferro del loro tecnico non lasciandosi abbattere, incuranti della stanchezza e degli evidenti torti subiti, sostenuti a gran voce dal pubblico, gettando ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo. Al 90’ arriva il sospirato pareggio: Ciervo mette in mezzo dalla destra, Pigliacelli respinge male e la palla si impenna ricadendo in prossimità della linea di porta dove Kouan è il più rapido a ribadire in rete, nonostante l’evidente spinta alle spalle di Brighenti. Dopo aver convalidato la rete Aureliano viene richiamato al VAR, nonostante non sia per niente evidente che il primo tocco di mano – comunque impercettibile, ininfluente perché il pallone sarebbe ugualmente terminato in rete e provocato dalla spinta ricevuta – sia stato del giocatore rossoblù, e al termine di un lungo consulto il gol viene annullato. Neanche questa ulteriore mazzata riesce ad fermare la rabbia dei Lupi che – quando si è ormai nel recupero, inizialmente stabilito in cinque minuti ma poi allungatosi a causa della varie on field review – si riversano ancora in avanti. Al 97’ Strizzolo libera Ricciardi in area che si coordina ma non riesce ad angolare la conclusione e tira addosso a Pigliacelli in uscita. Dopo neppure un minuto è ancora Kouan a ricevere palla nel cuore dell’area giallorossa ma non è abbastanza rapido e la conclusione viene smorzata da un difensore fra le braccia del portiere catanzarese. Al 99’ Zilli si gira in area ma viene messo giù da Scognamillo prima che possa concludere verso la porta avversaria senza che l’arbitro o il VAR ritengano necessario intervenire. Al 100’ un pallone vagante arriva a Zilli che – appena fuori area – tira con il sinistro di prima intenzione e colpisce in pieno il palo alla destra di un immobile Pigliacelli. Al 102’, sugli sviluppi di una punizione dal limite calciata da Mauri, la palla colpisce la barriera e si impenna ricadendo sul braccio di Scognamillo, a contrasto con Ricciardi: il fallo sembra evidente già in presa diretta ma Aureliano fa giocare consentendo un contropiede ospite terminato con un pallone sul fondo e fischiando subito dopo. Al fischio i giocatori del Catanzaro esultano convinti che la partita sia terminata, rimanendo gelati quando il direttore di gara fa il gesto dello schermo. Richiamato al monitor Aureliano non può che concedere il sacrosanto calcio di rigore. È ormai il 106’ quando Ciervo si incarica della trasformazione del penalty: nonostante i ripetuti tentativi di innervosirlo dei giocatori ospiti, il giovane esterno rossoblù mantiene il sangue freddo e – con un preciso rasoterra – manda il pallone all’angolino basso alla sinistra di Pigliacelli – vanamente proteso – facendo esplodere il Marulla.
PUNTO DI (RI)PARTENZA PER LA SQUADRA E CAPOLINEA SOCIETARIO
Ancora una volta i ragazzi di Alvini sono andati oltre i loro limiti, oltre le loro paure, oltre le loro debolezze. Nonostante un arbitraggio indegno, ben oltre i limiti dell’incompetenza e con un atteggiamento generale che non può non far pensare alla malafede, il Cosenza – forte solo del suo spirito di squadra e del sostegno dei suoi tifosi – si è “semplicemente” rifiutato di perdere. I Lupi hanno anzi da crucciarsi per non aver concretizzato quelle occasioni – clamorose in un paio di situazioni – che avrebbero potuto portarli in vantaggio, cambiando forse la storia della partita. Purtroppo, in questo girone d’andata appena terminato, i rossoblù troppo spesso sono stati vittima di direzioni di gara che hanno finito per condizionare i risultati sul campo vanificando – del tutto o in parte – prestazioni quasi sempre più che positive. Questa innegabile mancanza di “peso politico” della proprietà è un’ulteriore testimonianza – insieme all’ennesima rifondazione tecnica “al ribasso”, alla penalizzazione subita e ai sacrosanti motivi che l’hanno causata, alle nubi che si intravedono all’orizzonte a livello gestionale – che è necessario e indispensabile un cambio alla guida della società, proprio per non disperdere quanto di buono stanno faticosamente – in mezzo a tante avversità – costruendo staff tecnico e squadra. Nonostante l’ultimo posto in classifica, la salvezza diretta è a soli tre punti di distanza ma è fondamentale che Del Vecchio sia messo in condizione di operare efficacemente nel prossimo calciomercato per dare al tecnico quelle alternative e quella qualità – all’altezza di un campionato di serie B – che sono mancate e che avrebbero consentito di essere in una posizione di classifica più tranquilla. L’attuale proprietà non ha mai brillato in tempestività nelle campagne acquisti – la lista dei giocatori persi per tergiversare o per risparmiare è veramente lunga – quando non c’erano problemi gestionali ed economici ed è quindi naturale pensare che nella situazione attuale si possa solo peggiorare. Inoltre, la grottesca vicenda dei prezzi esorbitanti e immotivati stabiliti per il derby, ritrattati poi dopo qualche ora a causa della reazione di sdegno dell’intera città e dei tifosi sancisce una volta di più la mancata comprensione della proprietà del contesto in cui opera e delle potenzialità della piazza. Tutti questi fattori concorrono a ribadire – una volta di più – che l’esperienza dell’attuale proprietà è giunta al capolinea, a meno che non si voglia sconfinare nell’autolesionismo. Riguardo al Catanzaro, pur avendo un organico più che valido, ha confermato tutti i limiti di Caserta, in difficoltà nella gestione delle partite e nella lettura dei vari momenti degli incontri. È però stato sorprendente vedere come il tecnico mite e remissivo dello scorso anno – che quasi non si alzava dalla panchina e a fatica parlava con i suoi giocatori in campo – si sia trasformato in un tarantolato che è sempre fuori dall’area tecnica – se non dentro il terreno di gioco – ed urla a squarciagola: forse a Catanzaro gli avranno fatto fare una robusta cura con vitamine e propoli. Nota finale riguardo alla pessima organizzazione nella gestione degli accreditati del Catanzaro: per sole 70 persone – questo il numero comunicato ufficialmente – si è negato ai tifosi di casa un intero settore – la tribuna RAO – e buona parte della tribuna B. Sarebbe stato molto più corretto destinare loro il settore ospiti, già predisposto per questo scopo e lasciare la fruibilità delle tribune al pubblico di casa. Anche la chiusura dell’intero viale Magna Grecia – cosa che ha causato non pochi problemi di afflusso e deflusso dallo stadio ai tifosi locali – è sembrata una scelta eccessiva visto il numero esiguo di accreditati.
COSENZA (3-4-2-1): Micai; Sgarbi, Venturi, Caporale; Ricciardi, Charlys (83′ Mauri), Kourfalidis (83′ Zilli), D’Orazio (76′ Cimino); Kouan, Rizzo Pinna (83′ Ciervo); Mazzocchi (72′ Strizzolo).
A disposizione: Vettorel, Martino, Sankoh, Dalle Mura, Hristov, Fumagalli, Ricci.
Allenatore: Alvini
CATANZARO (3-5-2): Pigliacelli; Brighenti, Scognamillo, Bonini; Situm (61′ Cassandro), Pontisso (60′ Pompetti), Petriccione, Buso (83′ Brignola), Compagnon (70′ Seck); Iemmello, Pittarello (83′ La Mantia).
A disposizione: Dini, Borrelli, Turicchia, Antonini, Brignola, Pagano, Ceresoli, Biasci.
Allenatore: Caserta
ARBITRO: Aureliano di Bologna.
ASSISTENTI: Scatragli di Arezzo e Galimberti di Arezzo.
IV UFFICIALE DI GARA: Angelillo di Nola.
VAR: Paterna di Teramo.
ASSISTENTE VAR: Muto di Torre Annunziata.
MARCATORI: 80’ Pompetti (Cz), 106’ Ciervo (Cs-rig)
NOTE: Spettatori: 10.603. Ammoniti: D’Orazio (Cs), Charlys (Cs), Brighenti (Cz), Mazzocchi (Cs), Scognamillo (Cz), Ciervo (Cs). Espulso: Caporale (Cs), Del Vecchio (DS Cs)
Angoli: 1-8. Recupero: 2′ pt, 17′ st. Possesso Palla: Cosenza 37 %; Catanzaro 63 %