Pensare alla Calabria in maniera diversa. Con positività, senza vittimismi. Senza voler diventare per forza prede di quel pregiudizio che avvolge da sempre la punta dello Stivale. E racconta di sfide perse in partenza, di terra senza speranze.
Il libro della giornalista Alessia Antonucci ha un titolo evocativo di questa positività, “Radici con le ali – Cammini di calabresi che generano bellezza”, ed è stato presentato ieri al Museo dei Brettii e degli Enotri, in uno dei punti più belli del centro storico cosentino.
L’iniziativa ricade nel calendario della rassegna libraria “LibrinComune”, promossa dall’Amministrazione comunale bruzia e ideata dalla consigliera delegata alla Cultura, Antonietta Cozza, presente all’evento, unitamente all’autrice, all’editore Maria Pina Iannuzzi e alla giornalista Rosalba Baldino che ha dialogato con la collega Antonucci e ha approfondito i temi presenti nel libro, di cui ha firmato la prefazione.
Inoltre, a partecipare alla presentazione a più voci sono stati anche alcuni dei protagonisti “veri” che animano le pagine del volume.
Edito da “Le Pecore nere Italia”, “Radici con le ali – Cammini di calabresi che generano bellezza” contiene le storie di 40 calabresi, 30 di queste già apparse nel blog “Ottenove”, creato dalla Antonucci cinque anni fa, poi aggiornate e calate nel tessuto narrativo del libro, per amalgamarsi con le altre dieci, completamente inedite.
Sono storie e protagonisti che vivono in Calabria o hanno deciso di emigrare: artigiani, creativi, imprenditori, artisti che hanno realizzato faticosamente i loro progetti, nonostante fossero in tanti a dire che investire nei propri sogni, per di più in Calabria, non sarebbe stato conveniente o sarebbe stata addirittura una follia.
Eppure queste donne e questi uomini hanno creduto nel loro talento, nel loro intuito e nella strada che avevano scelto, andando controcorrente.
Un segnale tangibile di grande concretezza che restituisce meriti alla terra e alle genti di Calabria. Esortando a dire basta alla “narrazione di un Sud sgangherato, assistito, incapace, l’eterna e mai risolta questione meridionale che fa dibattere la politica e ci convince che qui non c’è futuro e dunque bisogna costruirlo altrove – come scrive Rosalba Baldino nella sua prefazione al libro –.
È così? È uno stereotipo? È cultura imperante che continua a saccheggiare i nostri territori delle migliori intelligenze?
Alessia Antonucci in queste pagine ci fa conoscere una regione sconosciuta, dov’è possibile far fiorire creatività ed economia, in cui realizzare sogni, trasformarli in lavoro, in azienda, in brand conosciuti in tutto il mondo. L’autrice scopre, racconto dopo racconto, viaggio dopo viaggio, un punto di vista diverso dei calabresi sulla Calabria. Non è più il tempo di vergognarsi, è il tempo della consapevolezza dei saperi custoditi nei bassi di case per lo più chiuse che si trasformano in opportunità. Vecchi attrezzi da far rivivere, profumi e voci flebili della memoria che si proiettano come possibilità nel quotidiano”.