Si è svolto stamattina a Palazzo Santelli, nella cittadella regionale di Catanzaro, un meeting sul tema “Performance cliniche delle strutture private calabresi, per fronteggiare la mobilità passiva e gli eventi avversi” con la presentazione del “Rapporto sulla qualità degli outcomes clinici negli ospedali privati della Regione Calabria”. Hanno partecipato all’incontro, il presidente dell’Associazione Coordinamento Ospedalità Privata (Acop) Regione Calabria, avvocato Enzo Paolini, l’ingegner Filippo Castelli, responsabile Area Operation – Innogea Srl che ha relazionato sul Rapporto, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
“È necessario abbattere le liste d’attesa e ridurre l’emigrazione sanitaria del Sud, fenomeno, quest’ultimo, che porta tanti pazienti – e famiglie di pazienti – verso le strutture del Nord, e anche tanti soldi dei calabresi che potrebbero rimanere qui – ha affermato il presidente Acop, Enzo Paolini commentando i dati del Rapporto –. Il sistema ottuso dei tetti di spesa nel Nord non esiste, mentre c’è qui in Calabria, per cui, raggiunti determinati tetti, i calabresi sono costretti ad andare fuori e la regione paga in aggiunta alle regioni del Nord. È un fatto che dobbiamo contrastare e il Rapporto che stiamo presentando oggi dimostra con evidenza statistica sia la buona performance della nostra regione, che inverte la tendenza, sia il buon contributo che a questa tendenza dà la sanità privata che eroga circa il 20,3 per cento delle prestazioni. Questo dato è molto importante sia statisticamente sia economicamente perché contribuisce a tenere in Calabria e senza disagi famiglie e pazienti. La sanità a gestione privata accreditata contribuisce alla sanità calabrese per il 20 per cento sulle prestazioni costando solo il 10 per cento. Un consistente risparmio di risorse che può essere destinato ad altro del servizio pubblico in cui sono inserite le strutture private nelle quali non si paga perché il servizio sanitario pubblico, pagato con le tasse da tutti i cittadini, comprende anche le strutture private convenzionate che erogano prestazioni senza oneri per i cittadini”.
Durante il dibattito, anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha riconosciuto un ruolo fondamentale alla sanità privata calabrese. “La sanità regionale si costruisce su due pilastri – ha affermato Occhiuto – gli erogatori pubblici e gli erogatori convenzionati accreditati, che sono sostanzialmente parte del sistema sanitario. A volte, nel dibattito pubblico, si crea un profondo conflitto tra questi due pilastri, ma l’obiettivo che dobbiamo tutti perseguire, che dobbiamo mettere in cima alle nostre priorità, è quello di cui parlava il presidente Paolini: contrastare i flussi di emigrazione sanitaria. E non possiamo fronteggiarlo solo con gli erogatori pubblici, c’è bisogno anche degli erogatori privati convenzionati. Non ho alcun pregiudizio verso la sanità privata convenzionata, anche se, da presidente della Regione, mi sento in qualche modo un loro concorrente, nel senso che devo svolgere il ruolo dell’imprenditore che ha altre aziende che si occupano di sanità, cioè le aziende ospedaliere, le aziende sanitarie provinciali. Ma questo non mi allontana dall’obiettivo principale di contenere i flussi di emigrazione sanitaria e di dare la possibilità ai cittadini calabresi di curarsi in Calabria gratuitamente”.
Come riportato dal Rapporto presentato stamattina a Palazzo Santelli, l’analisi dell’andamento del volume dei ricoveri nel periodo 2019-2022 è stata di fondamentale importanza per valutare la capacità del Sistema Sanitario Nazionale, nelle sue articolazioni regionali, di recuperare i livelli di offerta delle prestazioni sanitarie, dopo un periodo caratterizzato dalla improvvisa insorgenza di un fenomeno di particolare gravità come la pandemia da Covid 19.
Ricoveri nelle strutture private calabresi al 20,3 per cento e spesa ospedaliera al 10,83 per cento
Per i 52 indicatori di volume presi in considerazione dal Rapporto, i ricoveri presso le strutture private in Calabria costituiscono il 20,3% del totale regionale; il dato è coerente con quello relativo alla produzione totale delle strutture ospedaliere private, pari al 20 per cento, riportato nel documento della Conferenza Stato Regioni sul riparto del Fondo Sanitario per l’anno 2023 (seduta del 9 novembre 2023).
Nel medesimo documento, la spesa ospedaliera sostenuta per il comparto privato accreditato è calcolata al 10,83 per cento del totale della spesa ospedaliera regionale; il che conferma la capacità delle strutture ospedaliere private di sostenere alti livelli di produzione con ottimizzazione dei costi, contribuendo al miglioramento della performance complessiva del Sistema Sanitario Regionale.
Il comparto privato ha registrato un maggior recupero sul volume dei ricoveri rispetto ai valori pre-pandemia. Sul totale dei 52 indicatori analizzati dal Rapporto, lo scarto registrato nel 2022 è del -12,5 per cento nel comparto pubblico, mentre in quello privato è del -7,4 per cento. Nelle aree cliniche di Ortopedia e Oncologia, ad esempio, i volumi registrati nell’anno 2022 dal privato sono addirittura superiori a quelli degli anni precedenti alla pandemia.
Questi dati forniscono un risultato incontrovertibile: le strutture private possono contribuire al contenimento della migrazione sanitaria regionale aumentando i volumi delle prestazioni.
Sanità privata calabrese al 71 per cento negli esiti clinici migliori della media nazionale
Il confronto con i dati nazionali dà evidenza che su 45 indicatori la Regione Calabria nel suo complesso (pubblico + privato) registra 22 esiti clinici migliori della media nazionale (il 49 per cento), mentre nel comparto privato sui 28 indicatori per i quali è possibile effettuare il confronto, essendo disponibili i dati Adj, gli esiti migliori della media nazionale sono 20 (il 71 per cento). Il che conferma la capacità delle strutture private di operare in un contesto di integrazione e di sussidiarietà, offrendo un contributo decisamente positivo alla performance complessiva del Servizio Sanitario Regionale.
Nel 2022 in Calabria sono migliorati, rispetto all’anno precedente, 12 indicatori su 26 nel comparto pubblico e 8 su 25 nel comparto privato.