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Concessioni balneari, Mannarino (Fdi): prorogate le demaniali

Il tema delle concessioni balneari italiane, affrontato in questi giorni a Palazzo Chigi, tocca molti imprenditori da vicino, destando dubbi e domande circa il futuro delle attività turistiche che in estate popolano le nostre coste.

A far luce sulla questione, Sabrina Mannarino consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

«Il 16 gennaio il Governo italiano, rispettando la scadenza imposta dall’Ue, ha inviato una lettera di risposta alla Commissione europea circa la questione delle concessioni balneari italiane. Da essa si evince che le gare saranno bloccate per altri due anni, e di conseguenza, i Comuni potranno avviare la procedura di proroga delle Concessioni demaniali.

Palazzo Chigi, in risposta alla procedura di infrazione, chiede quindi a Bruxelles una proroga fino a dicembre 2025, ribadendo la validità della mappatura delle coste italiane e della norma inserita nella legge sulla concorrenza, che prevede un blocco della messa a gara delle concessioni demaniali “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2024”».

Sabrina Mannarino continua sul punto sottolineando che «tali ragioni oggettive, come l’espletamento dei bandi, potrebbero far slittare il termine di scadenza delle concessioni non oltre il 31 dicembre 2025. Fino a tale data, così come previsto dalla legge sulla concorrenza approvata in ottobre, l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è legittima.

Quanto alla tabella di marcia da seguire, è stato previsto che entro i prossimi 4 mesi l’esecutivo concluderà un primo confronto con le Regioni per determinare i criteri tecnici legati all’individuazione della sussistenza o meno della scarsità della risorsa naturale esistente. I risultati di questo lavoro saranno, poi, sottoposti all’Ue al fine di procedere all’adozione dei provvedimenti normativi di riordino del settore.

Dalla mappatura già realizzata è emerso, comunque, che solo il 33% delle aree costiere è occupato da stabilimenti mentre il restante 67% delle coste risulta libero, e sono proprio queste, invero, le aree che dovrebbero essere messe a gara per affidare le nuove concessioni».

«Nel nostro Paese non risulta esserci una scarsità di spiagge, e di conseguenza, la direttiva Bolkestein non si può applicare alle concessioni demaniali esistenti» – conclude Mannarino.

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