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Da domani, Dad per 8 studenti su 10: le differenze tra zona rossa e arancione

Da domani, Dad per 8 studenti su 10: le differenze tra zona rossa e arancione.

Sempre più studenti “costretti” alla didattica a distanza da domani. 6,9 milioni di studenti da lunedì 15 marzo saranno costretti a seguire le lezioni in DAD: otto su dieci (81%) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie. La scorsa settimana erano 5,7 milioni. Saranno quindi ulteriori 1,2 milioni gli alunni che dovranno rimanere a casa.

Le differenze tra zona rossa e zona arancione

In zona rossa è sospesa la didattica in presenza in tutte le scuole, dai nidi alle superiori. Resta la possibilità di andare in classe per gli alunni disabili o che hanno bisogni educativi speciali e per tutti gli studenti che prendono parte a dei laboratori.

In zona arancione, salvo diversa indicazione dei governatori, le scuole possono restare aperte. Ogni istituto superiore garantisce la presenza in classe del 50-75% degli studenti. I governatori regionali delle zone che sono ancora in arancione potranno decidere la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.

Dovrebbero essere dunque 8 su 10 gli alunni di scuole statali e paritarie costretti a seguire le lezioni a distanza su un totale di 8milioni e 506mila. In 16 Regioni su 20 da domani saranno chiuse quasi tutte le scuole. I dati comprendono anche oltre un milione di bambini di scuola dell’infanzia esclusi dalle attività educative in presenza a scuola.

Le regioni più interessate da questa chiusura totale e con quantità notevoli di ragazzi a casa sono la Lombardia con 1.401.813 alunni in DAD, la Campania con 944.993, il Lazio con 821.329, il Veneto con 680.096, l’Emilia-Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344, il Piemonte con 573.231.

Ma la situazione potrebbe modificarsi ancora. I numeri potrebbero aumentare se i governatori regionali delle zone che sono ancora in arancione disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.

“Preservare il valore insostituibile della scuola in presenza”

Molti sindaci, da nord a sud, esprimono preoccupazione per la sospensione delle attività in presenza nelle scuole, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e nei servizi educativi alla prima infanzia. Nel corso di quest’ultimo anno sono stati fatti grandi sforzi e investimenti, da parte delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti gestori, per realizzare elevate condizioni di sicurezza e non ridurre le risposte ai bisogni degli studenti e delle famiglie preservando il più possibile il sistema scolastico.

È stato accertato come i focolai spesso partano al di fuori degli edifici dei servizi educativi, non dentro. Preservare quindi il valore insostituibile della scuola che solo in presenza può realizzarsi come comunità educante e come luogo di crescita, e chiedere che le attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole siano le ultime ad essere sospese: un appello comprensibile, che giunge da più parti. E mettere più al centro i bambini, i ragazzi e gli studenti, tenendo presente anche le necessità delle loro famiglie.

 

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