Un duro colpo alla criminalità organizzata calabrese è stato inferto questa mattina all’alba con l’operazione “Clean Money”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. I carabinieri hanno eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti affiliati al clan dei ‘Gaglianesi’, un’organizzazione criminale attiva dal 2014 nel capoluogo calabrese e con ramificazioni nelle province di Monza Brianza e Arezzo.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il clan operava sotto l’influenza delle potenti ‘ndrine di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, mantenendo al contempo solidi collegamenti con altre cosche presenti sul territorio calabrese.
Un sistema criminale radicato nel territorio
Le attività investigative hanno permesso di documentare un ampio ventaglio di attività illecite: numerosi episodi di estorsione ai danni di imprenditori locali, costretti al pagamento di tangenti o all’imposizione di ditte compiacenti; furti di automobili con il metodo del “cavallo di ritorno”; pratiche di usura verso commercianti in difficoltà economiche.
Particolarmente inquietante quanto emerso sul comportamento delle nuove “leve” del clan, protagoniste di episodi di violenza finalizzati ad affermare il controllo del territorio, consolidando così il potere dell’organizzazione criminale nell’area catanzarese.
La rete economica e le truffe
Tra i reati contestati figura l’intestazione fittizia di ben 12 attività commerciali, gestite di fatto dalla consorteria criminale o da suoi affiliati. Particolarmente sofisticato il sistema di truffe messo in piedi dal clan, che aveva creato una società in Lombardia titolare di un supermercato.
Attraverso questo schema, i ‘Gaglianesi’ avevano orchestrato truffe per circa 400mila euro ai danni di diverse aziende distribuite su tutto il territorio nazionale. Le merci, mai pagate ai fornitori, venivano sistematicamente dirottate in Calabria, alimentando il mercato nero controllato dall’organizzazione.
La rapina milionaria alla Sicurtransport
Le indagini hanno inoltre fatto luce su una tentata rapina ai danni di un istituto bancario di Catanzaro e, soprattutto, sul ruolo di supporto logistico fornito dal clan in occasione di una clamorosa rapina avvenuta nel 2016.
In quell’occasione, un gruppo di uomini armati utilizzò un mezzo cingolato per sfondare il caveau della ‘Sicurtransport’ di Catanzaro, impossessandosi dell’impressionante somma di circa 8,5 milioni di euro in contanti.
I sequestri
Nell’ambito dell’operazione “Clean Money”, i magistrati hanno disposto il sequestro preventivo delle 12 società oggetto di intestazione fittizia e di una struttura utilizzata dagli affiliati come luogo di incontro. È stato inoltre ordinato il sequestro di 138mila euro nei confronti di 5 persone, indagate per i reati di usura ed estorsione.
L’operazione rappresenta un significativo passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria, colpendo un’organizzazione che aveva esteso i propri tentacoli ben oltre i confini regionali, infiltrandosi nell’economia legale attraverso un complesso sistema di società di copertura.
I nomi delle persone in carcere:
Abruzzese Cosimino, alias u Tubu, nato a Sellia Marina il 25 maggio 1955
Aprile Tommaso Patrizio, Potenza, 1 febbraio 1965
Basile Alessandro, Catanzaro, 30 giugno 1985
Corapi Roberto, Catanzaro, 1 dicembre 1960
Iritano Leonardo, detto Enzo, alias a Ditta, Catanzaro, 10 agosto 1959
Morabito Francescopaolo, Catanzaro, 30 gennaio 1966
Pinto Manuel, Catanzaro, 5 febbraio 1997
Procopio Pietro, alias u Biondu, Davoli, 4 aprile 1955
Riccelli Emanuele, Catanzaro, 30 gennaio 1997
Rizza Domenico, detto Enrico, Catanzaro, 22 agosto 1956
Santoro Vincenzo Graziano, Catanzaro, 7 giugno 1988
Zirpoli Ercole detto Ercolino, Marcellinara, 4 novembre 1955
Agli arresti domiciliari:
Anello Antonio, Curinga, 24 gennaio 1954
Cannistrà Vitaliano, inteso Nino, Catanzaro, 10 novembre 1955
Corea Salvatore, Crotone, 26 settembre 1970
Maccherone Michele, Milano, 24 dicembre 1976
Mancuso Francesco, Catanzaro, 7 febbraio 1996
Maruca Michele, Catanzaro, 25 dicembre 1953
Mesiano Fortunato, Vibo Valentia, 19 ottobre 1974
Procopio Giuseppe, Catanzaro, 14 marzo 1982
Rijitano Giuseppe, detto Pino, Catanzaro 7 luglio 1965
Squillacioti Chris, Catanzaro, 27 febbraio 1993
Gli altri indagati:
Celi Massimiliano, Catanzaro, 11 gennaio 1978
Doria Andrea, Catanzaro, 21 giugno 1971
Fava Andrea, Catanzaro, 23 febbraio 1973
Guarino Igor, Milano, 11 aprile 1985
Le Pera Carlo, Catanzaro, 16 luglio 1967
Opipari Pancrazio, detto Ezio, alias Pede e focu, Zagarise, 28 ottobre 1975
Pinto Enrico, Catanzaro, 23 marzo 1972
Procopio Antonio, detto Tony, Catanzaro 11 dicembre 1986
Rotella Angelo, Catanzaro, 2 settembre 1989
Scerbo Mario, Crotone, 19 febbraio 1978
Trapasso Francesco, detto Franco, Gimigliano, 17 settembre 1968
Zurlo Simone, Catanzaro, 3 giugno 2005